Gli italiani di sesso maschile si dividono in due categorie: quelli che non capiscono niente di pallone e quelli che non ne capiscono niente ma ci scrivono sopra. Oggi è arrivato il mio turno di fare il salto della staccionata e di scriverci sopra.
Inizia male per chi come me crede nella causa interista. In una mezz’ora di abbondante sonno l’Inter ne prende tre per la gioia di mezza Italia; solo a metà del secondo tempo si materializza il primo sfottò di un amico iuventino che mi telefona per flautarmi: “three is the magic number”.
In serata avrei restituito volontieri la cortesia: la Juventus, poteva vincere, poteva perdere ed alla fine ha pareggiato; Zarate mi ricorda quei giocattoli con la chiave che carica la molla e non si arrestano mai, probabilmente per lui passare la palla è come abbandonare un’amante; il punto di vista di Delio Rossi era diverso dato che lo ha sostituito dopo un attacco solitario di quaranta metri.
Per il momento ha per me un alone misterico il fatto che una buona squadra come la Fiorentina riesca a farsi battere da un Milan senza difesa e senza incontristi a centrocampo. Si pone una domanda: se Kaka va a Manchester come faranno i titolisti dei giornali sportivi italiani a dare sfoggio di originalità (“voglia di Kaka, paura di Kaka”, etc. etc…)?
Comunque gente simpatica da tenere d’occhio nei campi di serie A ce n’è tanta. Oggi citiamo Mingazzini (quando uno ha un cognome così evocativo): alcune domeniche fa già era entrato in campo con una maschera protettiva per il viso ed alla fine del primo tempo dava una craniata pazzesca al palo della porta; a metà del secondo tempo il cronista comunica: Mingazzini è svenuto a terra, oggi ha preso più botte lui che l’orso del circo.
Citazione finale per il Napoli sconfitto e per un suo tifoso, un mio collaboratore, l’Assistente Ciro, inteso Ciruzzo ‘o milionario che continua a scommettere ogni domenica una cassata sulla vittoria del Napoli.
Ciruzzo, dai retta, la cassata giocala solo al San Paolo.