| Saper scegliere |
|
Incontro con la consulente filosofica (Rebibbia 04.04.13)
 Prosegue nel Laboratorio di scrittura di Rebibbia la riflessione sulla capacità dell'uomo di scegliere la traiettoria della propria vita. Proviamo a mettere qualche punto fermo nel lavoro fatto fin qui. Il primo è che non è possibile accettare la consolatoria idea che esistono persone "cattive" distinguibili da quelle "buone", perché il male non è un'incursione momentanea in una realtà naturalmente orientata al bene. Numerosi storici, filosofi e psicologi, che hanno tentato di spiegare il male nella storia e nella società (Zimbardo, Bandura, Arendt, Bauman) hanno criticato la tendenza a sopravvalutare gli aspetti disposizionali delle personalità "cattive", solide e identificabili, a vantaggio di una visione più complessa che considera il male come il risultato di un intreccio di più fattori riassumibili nella deresponsabilizzazione e attivati dal meccanismo della paura. Il secondo punto fermo è che la storia non offre garanzie: le atrocità commesse, anche se condannate dopo, possono ripresentarsi. Questo vale anche per le storie individuali. Il terzo punto è, in realtà , una domanda aperta: che cosa significa scegliere? Nella vita abbiamo spesso l'impressione di sentirci incastrati nelle situazioni che stiamo vivendo, a dispetto della nostra volontà o di ciò che avevamo desiderato. E nello stesso tempo sappiamo che in quelle situazioni indesiderate ci siamo capitati anche in virtù delle nostre scelte o delle nostre abitudini, facciamo cioè i conti con quell'aspetto, diciamo così, tragico della vita, per cui riconosciamo che quanto ci è capitato non corrisponde alla nostra volontà , ma è anche il risultato delle nostre scelte. E' difficile sottrarsi a stimoli e sollecitazioni forti provenienti dal contesto in cui viviamo anche quando li riconosciamo in contrasto con ciò che riteniamo utile, giusto, buono, o con la nostra sensibilità , perche saper dire di no significa differenziarci dagli altri (società , gruppo, famiglia, relazione interpersonale). Ci si può allenare a questo? In che consiste l'esercizio della libertà ? Usare la ragione è sufficiente? Abbiamo posto la questione alla dott.ssa F. Francesca Aversa, consulente filosofica, che è venuta a discutere con noi. |
- Pubblichiamo il racconto di Antonio Argentieri, apparso sul sito www.terramara.it, in cui denuncia un pestaggio subito da alcuni agenti del carcere di Arezzo nel 2004
- Pubblichiamo una serie di lettere inviate da detenuti a Radio carcere, trasmissione settimanale a cura di Riccardo Arena, su Radio Radicale
- Michela e le altre
- Nuove carceri senza personale
- Ergastolani: una protesta ignorata
- Indulto e disinformazione
- Leggete e diffondete: mio padre per l'ennesima volta è in grave pericolo
- Comitato educatori penitenziari: per "alternative al carcere" servono più educatori
- Petizione al Parlamento Europeo: tutta l'Europa abolisca l'ergastolo
- Detenute madri
- Droga
- Garante dei detenuti
- Immigrazione
- Indulto
- Sovraffollamento
- Statistiche
- Suicidi
- Tortura
- Volontariato in carcere
- In questo Stato
| La posta del cuore | |
| Palla al piede | |
| Made in jail | |
| Scrivere al fresco | |
| Avanzi di galera | |
| Sportello legale | |
| Belli dentro | |
| Altri hotel | |
| Profilo sinistro | |
| Libero ovunque tu sia | |
| Il buon Giudice |
Â
 |
|
Relizzazione tecnica: Emiliano Nieri
Progetto grafico: Enrico Calcagno, Daniele Funaro - AC&P - Aurelio Candido e Partners
Powered by Joomla!





