Un comitato di parlamentari di maggioranza e opposizione per la verità su Stefano Cucchi “Si è costituito oggi il “Comitato per la verità su Stefano Cucchi”, il giovane romano arrestato la sera del 15 ottobre scorso e deceduto nel reparto detentivo dell’ospedale Sandro Pertini la mattina del 22 ottobre.
Il Comitato, coordinato dal Professor Luigi Manconi, è composto dai seguenti parlamentari della maggioranza e dell’opposizione: Rita Bernardini, Emma Bonino, Stefano Ceccanti, Anna Paola Concia, Marcello De Angelis, Silvia Della Monica, Renato Farina, Paola Frassinetti, Guido Galperti, Guido Melis, Flavia Perina, Melania Rizzoli, Walter Tocci, Jean-Leonard Touadi. Il Comitato, che in nessun modo intende interferire con le indagini dell’autorità giudiziaria, né con le eventuali inchieste parlamentari o amministrative già in atto o che fossero promosse, si prefigge esclusivamente un fine di verità, volendo chiarire in modo certo le circostanze della tragica fine di Stefano Cucchi. Le prime attività del Comitato saranno: l’apertura di un blog (“veritàpercucchi.altervista.org”), una visita all’Ospedale Pertini, padiglione detenuti, la proposta alle commissioni giustizia di Camera e Senato di un’audizione dei familiari di Stefano Cucchi, la richiesta, infine, di effettuare un’indagine conoscitiva sulle frequenti morti di detenuti nelle carceri italiane.” Caro Luigi Manconi e cari membri del Comitato per la verità su Stefano Cucchi, Nel ringraziarVi per il vostro sostegno in questi drammatici momenti, apprezziamo profondamente la vostra volontà di aiutarci nella nostra ricerca di verità sulla vicenda di Stefano. E ci auguriamo che questa vicenda non venga mai strumentalizzata da alcuno.
In particolare vogliamo tramite Voi, pur apprezzando profondamente quanti in questi giorni ci stanno manifestando la propria solidarietà, ricordare che Stefano non è ne potrà mai essere un eroe o un motivo di violenza. Non è questo il nostro messaggio! Non è con la violenza che otterremo risposte alle molte domande. La nostra non vuol essere una lotta cieca contro lo Stato, ma solo una sacrosanta ricerca di verità e giustizia, per dare dignità alla morte di Stefano, perché a lui una dignità non è stata data negli ultimi sei giorni della sua breve vita. Stefano era un ragazzo stupendo, un figlio affettuoso, un fratello amorevole, ma era anche molto fragile e purtroppo la droga gli ha fatto del male. Ha trascorso un lungo periodo in Comunità, mostrando una grande grinta e una gran voglia di riprendersi la sua esistenza. Non ce l’ha fatta. Ma non per questo meritava di morire così! Quello che in questa drammatica vicenda in qualche modo ci consola è sapere che non siamo soli ad affrontare questa battaglia. Ci sono tante persone che, come noi e come voi, hanno un estremo bisogno di verità per ricominciare a credere nella giustizia! Questo ci dà forza, anche se in alcuni momenti avremmo solo voglia di chiuderci nel nostro immenso dolore, di andare avanti perché la morte di Stefano non può restare senza risposte, perché lo dobbiamo a lui, che da bambino aveva tanti sogni, tante speranze e tanta fiducia nel prossimo. Avremmo voluto essergli vicino nei suoi ultimi giorni, ma non ci è stato concesso: ora non lo vogliamo abbandonare! Roma, 10 novembre 2009 Famiglia Cucchi |
- Pubblichiamo il racconto di Antonio Argentieri, apparso sul sito www.terramara.it, in cui denuncia un pestaggio subito da alcuni agenti del carcere di Arezzo nel 2004
- Pubblichiamo una serie di lettere inviate da detenuti a Radio carcere, trasmissione settimanale a cura di Riccardo Arena, su Radio Radicale
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