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Sotto il giogo della scrittura


Scrivere rappresenta per me un ottimo sistema per pensare, elaborare e poi trasferire su carta il prodotto dell’elaborazione dei propri pensieri.
Questo riveste, sempre secondo la mia personale esperienza, una particolare valenza nell’ambito penitenziario, in cui vivo da svariati anni. In ogni racconto scritto, metto sempre, in percentuali maggiori o minori a seconda del tema trattato, degli aspetti della mia personalità e del mio vissuto presente e passato; plasmati e rielaborati a seconda dei personaggi a cui do vita nei racconti scritti. Questa sorta di piccola autobiografia traslata nei personaggi dei racconti mi permette sempre di rivedere molti aspetti negativi del mio passato e del mio presente, trovando nella scrittura un eccellente strumento per prendere coscienza, accettarli, rivederli e raggiungere posizioni diverse dal punto di partenza.
Ritengo la scrittura in carcere uno dei migliori strumenti educativi mai sperimentati, perché ti “costringe” a fare i conti con te stesso, con i tuoi pensieri e le tue convinzioni, soprattutto quelle negative. Scrivendo si può arrivare ad essere una persona migliore; a patto che si voglia veramente mettersi in discussione e cambiare, altrimenti rimane solo un ottimo passatempo.
Nel corso dei “lavori” del laboratorio di scrittura non si fa solo scrittura, ma si discute anche di varie tematiche sociali e morali; si leggono brani di autori inerenti i vari temi; ci si confronta, permettendo ad ognuno di avere scambi di opinione e sovente anche di cambiare opinione su alcune convinzioni.
(novembre 2008)                                                                           Corrado Ferioli
                                                                                           (Casa Circ.le Rebibbia N. C.)

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Osservatorio sulla contenzione
a cura di Grazia Serra

  
   

   
    a cura di Francesco Gentiloni

" Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri"
Voltaire

 


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