Giustizia: Uil; preoccupati per aumento tensione tra i detenuti
"Una protesta che ha assunto tutti gli aspetti di una vera rivolta quella che è stata sedata nella nottata al terzo piano della Casa circondariale di Santa Maria Maggiore a Venezia.
Celle distrutte, suppellettili divelte, coperte e giornali date alle fiamme. Nel pomeriggio di ieri presso la Casa di reclusione di Padova, una sessantina di detenuti stranieri hanno dato vita, nella fruizione del campo sportivo, a una maxi rissa continuata nelle sezioni quando sono stati fatti rientrare".
A darne notizia è la segreteria regionale del Triveneto della Uil Pa penitenziari, attraverso il segretario regionale, Leo Angiulli, per il quale "L’inizio del Ramadan è stato sempre un momento di tensione accresciuta. Ma questa degenerazione violenta delle proteste nulla ha a che fare con la religione, anche se è auspicabile che l’Amministrazione faccia ogni sforzo per gestire questa delicata fase".
Da Roma intervene anche Eugenio Sarno, segretario generale, che già nei giorni scorsi aveva lanciato un appello alla calma: "Ci sono molti modi per essere solidali e aderire alla protesta, persino legittima, viste le condizioni degli istituti penitenziari. Ma i fatti di Venezia come quelli di Padova, come ancora prima quelli di Firenze, Perugia, Como e così via con la loro natura violenta non sono una dimostrazione di solidarietà , tantomeno possono essere ascritti nel campo delle proteste. Sono fatti violenti e basta. In quanto tali li condanniamo con fermezza.
Con quella stessa fermezza con cui denunciamo le incivili e indegne condizioni strutturali dei nostri penitenziari aggravate dal traboccante sovrappopolamento e le penalizzati, afflittive , indecorose condizioni di lavoro del personale penitenziario. Se è legittimo manifestare e protestare non è consentito degenerare. Pertanto ci appelliamo al senso di responsabilità perché non si acceleri il precipitare di una situazione colpevolmente lasciata fermentare nell’indifferenza e che ben presto potrebbe connotarsi per un’estrema ingestibilità ".
Per la Uil le prove di disponibilità fornite dal Dap sono più che giustificabili, se a esse si contrappone una gestione ferma e rigorosa dei facinorosi e dei violenti: "Sento parlare di buonismo in relazione a concessioni fatte dal Dap in questi giorni . Non sono d’accordo, credo che si tratti semplicemente di buon senso derivante da uno stato di necessità . Però per non dare adito a dubbi sulla tolleranza e sulla disponibilità occorre perseguire con fermezza e rigore gli autori di atti violenti, applicando nei loro confronti le sanzioni previste dal regolamento penitenziario e se del caso perseguirli anche in via penale. Ciò a tutela dei tanti che intendono manifestare con la forza della non violenza". La polizia penitenziaria, si legge in una nota "è in trincea, tra ferie non godute, riposi non fruiti ed emolumenti non percepiti". Per tali ragioni l’Uil invita nuovamente il Guardasigilli a intraprendere iniziative concrete.
"In questa baraonda - conclude il sindacato - a pagarne le più dirette conseguenze sono gli uomini e le donne della polizia penitenziaria cui, tra l’altro, non si negano solo ferie e riposi ma persino gli emolumenti economici spettanti. Dall’inizio dell’anno non sono pagati gli straordinari e missioni; tantomeno nelle buste paga non si vedono ancora gli aumenti contrattuali contrattati ad aprile.
A questo punto credo sia necessario un intervento diretto del ministro Alfano. Faccia sentire la sua voce e dia un segnale concreto di vicinanza al personale penitenziario abbandonato nelle trincee delle prime linee penitenziarie. Sarebbe un modo concreto per rendere credibili i suoi apprezzamenti, più volte, rivolti alla polizia penitenziaria. Aspettiamo alla ripresa dei lavori non solo una sua convocazione ma anche che il ministro presenti un disegno di legge per assunzioni straordinarie e che dia corso a provvedimenti di razionalizzazione delle risorse umane perseguendo quella lotta agli imboscati nei palazzi del potere che ha, verbalmente, condiviso. Cominciando proprio da via Arenula".
Il Velino, 22 agosto 2009 |
- Pubblichiamo il racconto di Antonio Argentieri, apparso sul sito www.terramara.it, in cui denuncia un pestaggio subito da alcuni agenti del carcere di Arezzo nel 2004
- Pubblichiamo una serie di lettere inviate da detenuti a Radio carcere, trasmissione settimanale a cura di Riccardo Arena, su Radio Radicale
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