Cella 211, un film che piace ad Antigone
Esce nelle sale italiane il prossimo 16 aprile il film Cella 211 di Daniel Monzon, una pellicola che parla di carcere e di diritti con una narrazione intensa ed avvincente. Il film, visto in anteprima, ha incontrato subito il gradimento dell’Associazione Antigone, che da anni si batte per il rispetto dei diritti dei carcerati Il giovane Juan Olivier, al suo primo incarico come agente di polizia penitenziaria in un carcere di massima sicurezza, si presenta al lavoro con un giorno d’anticipo sul primo turno di guardia. Mentre visita il braccio che rinchiude i detenuti più pericolosi, un frammento di intonaco cade da una parete in ristrutturazione e lo colpisce alla testa. Nel tentativo di rianimarlo, le guardie lo distendono temporaneamente sulla brandina di una cella al momento vuota: la cella 211. Ma non hanno il tempo di aspettare che Juan si riprenda: il carismatico Malamadre, leader indiscusso dei detenuti più pericolosi, è riuscito ad assumere il controllo del braccio e a scatenare una vera e propria rivolta. Ai poliziotti non resta che togliersi da lì al più presto e mettersi in salvo, abbandonando così l’ignaro Juan al proprio destino in mezzo ai rivoltosi. Il regista, che firma insieme a Jore Guerricaechevarrìa anche la sceneggiatura del film, riesce a narrare in modo avvincente questa rivolta carceraria mostrando di conoscere le dinamiche che regolano la vita interna del carcere e dando allo spettatore la possibilità di riflettere su alcuni suoi meccanismi. Primo tra tutti il complesso gioco di relazioni, basato sempre sulla forza, sul potere e a volte, come accade nel film, anche sulla violenza, che ne regola la vita all’interno e che vede alternarsi come protagonisti i detenuti, i poliziotti, il personale amministrativo e spesso anche i familiari dei detenuti. Il film, inoltre, grazie al suo stile vicino a quello documentaristico, che riesce comunque a convivere perfettamente con una grande componente spettacolare e una forte progressione drammaturgica, porta sullo schermo la realtà del “carcere duro” e delle “lunghe pene” mostrandone inequivocabilmente i limiti e le contraddizioni. Per i temi che tocca e per i problemi che solleva, l’Associazione Antigone si sente di consigliare la visione del film a tutte le persone interessate al mondo carcerario ed anche, più in generale, agli appassionati di cinema. Roma, 06 aprile 2010 |
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