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Un nuovo “caso Segio”

Una pena che non termina mai?

 

di Patrizio Gonnella

 

Il Corriere della Sera ha lanciato una campagna contro il film tratto dal libro di Sergio Segio che racconta la sua militanza in Prima Linea.  Si contestano il contributo dato dallo Stato e il conseguente patrocinio del Comune di Milano.

Non si vede perché un film se tratta di terrorismo non possa meritare – quando di qualità – un sostegno economico da parte dello Stato. Gli anni settanta sono un pezzo di storia italiana ed è giusto che siano raccontati. La questione – in un Paese democratico – dovrebbe essere solo una, ossia se il film è di buona o cattiva fattura artistica. La Costituzione dice inequivocabilmente che la cultura e l’arte sono libere.

Il punto è un altro. Dietro le polemiche nei confronti del film tratto dal libro di Sergio Segio c’è una idea vendicativa della pena. Sergio Segio è da anni impegnato in attività di notevole qualità sociale. Vale questo più che qualsiasi dichiarazione di pentimento, a volte strumentale e finalizzata alla possibilità di ottenere benefici o premi.

 

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Numero dei detenuti presenti su 43084

61.481 detenuti
il 7/2/2014


Osservatorio sulla contenzione
a cura di Grazia Serra

  
   

   
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Voltaire

 


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