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In un attimo
Ho una brutta storia da raccontare, una storia in cui non ci sono morti violente o ferite riscontrabili. Una triste storia in cui la dignità di una mamma,di una donna incensurata, che ha sempre agito nel rispetto delle regole è stata oltraggiata e calpestata.E tutto solo per aver visto un agente di polizia estrarre una pistola e puntarla ad altezza uomo, in presenza di un bambino di 10 anni, mio figlio. E tutto solo per aver chiesto gentilmente all'altro agente che stava colpendo mio marito alla testa con il manganello di fermarsi perchè quell'uomo era in cura presso il dsm e che per la sua patologia gli era sta riconosciuta un'invalidità civile pari all'80%, solo per aver chiesto a quello stesso agente, di rivolgersi a me dandomi del lei, ed avergli fatto balenare l'idea che forse non era legale il loro comportamento (a quest'ultima mia rimostranza lo stesso agente ha risposto:"tu tuo figlio non lo vedi più" e niente di peggio si può dire a una madre).Non ho alzato la voce e tantomeno le mani, ho esibito prontamente i miei documenti e nonostante non mi fossi mai trovata in una simile situazione, non ho perso la calma. Sono giunte tre pattuglie, hanno portato tutti in questura, compreso mio figlio, con fare deciso quasi fossero in presenza di pericolsi criminali e non di due ragazzi stranieri un pò alticci che ridevano e cantavano e una famiglia italiana che casualmente si trovava a fare un pezzo di strada con loro. Una volta arrivati in questura l'agente con cui avevo interloquito ha prontamente deciso di denunciarmi e segnalare mio figlio ai servizi sociali. Intorno a mezzanotte siamo stati ricondotti a casa, io e mio figlio, da due agenti, un uomo e una donna, molto gentili ed evidentemente contrariati dal comportamento ignobile della maggior parte dei loro colleghi. Una porta chiusa mi separava da mio marito e dagli altri ma io potevo udire trambusto e voci alterate, ho sentito distintamente una voce dire a mio marito: "Porca M......, se volessi potrei anche ucciderti", nonostante questo ero convinta che anche mio marito sarebbe presto tornato a casa ed ho chiesto agli agenti di avvertirmi nel caso ci fossero stati problemi.  Mio marito invece è stato arrestato, insieme ai due ragazzi stranieri e tradotto in carcere ma per saperlo ho dovuto chiamare io, alle 7 del mattino, dopo una notte insonne. Ero preoccupata perchè mio marito è in cura presso il sert e non volevo restasse senza metadone. Il giorno dopo l'ho visto in tribunale, con le manette ai polsi, dolorante, la sera prima, in questura, per ammanettarlo, gli avevano lussato una spalla. Mentre ero fuori dall' aula ad attendere la decisione del giudice, ricevo una telefonata da parte di una mia carissima amica la quale sostiene che i giornali riportano notizie tremende su di me. Corro in edicola. Secondo l'edizione locale del "resto del carlino" io e mio marito (indicati con nome completo e iniziali del cognome) siamo due noti tossicodipendenti che si"bucavano"davanti al figlio, del quale, poverino, dovranno occuparsi i servizi socali. Io, non solo non sono una nota tossicodipendente, ma non ho neppure mai fumato una semplice sigaretta in tutta la mia vita e mio marito, essendo seguito dal sert da oltre 2 anni sarà casomai un "ex". Secondo "Il corriere adriatico" invece io avrei trattenuto gli agenti allo scopo di far allontanare i miei compagni di gozzoviglie (tralaltro io non bevo neppure a pasto!) che erano intenti a spacciare droga. Aggiungo che, nonostante le energiche perquisizioni, non è stata trovata alcuna traccia di stupefacenti nè di coltelli o altri oggetti atti ad offendere. Mi sono prontamente recata alla redazione di tali giornali a chiedere spiegazioni. Mi hanno detto che le notizie erano state loro fornite direttamente dalla questura. Chiamo il funzionario addetto ai rapporti con la stampa il quale sostiene che loro hanno dato ai giornali la stessa notizia pubblicata sul loro sito (io non sapevo ancora quale fosse tale notizia) e conclude in modo sibillino dicendomi che dovevo chiedermi chi altro avrebbe avuto interesse a dare ai giornali notizie false. Guardo sul sito della polizia il quale parla invece di non meglio specificati "atti osceni" e tale notizia è ripresa persino dall'ansa e diffusa da radio e tv locali! "Atti osceni" in presenza di un bambino che era con i suoi genitori! Sono tranquilla perchè mio figlio era sempre vicino a me e conosce meglio di tutti la verità. Questo mi basta. C'è stato un processo, con la mia testimonianza, il p.m. chiede un confronto tra me e gli agenti, a confronto avvenuto segue un'altra udienza,ma il p.m.è cambiato. IL P.M. che chiede la condanna non è la stessa che ha chiesto il confronto, non è la stessa che ha assistito a tale confronto. Chiede 8 mesi per mio marito e oltre un'anno per gli altri due, in base a precedenti specifici. Faremo il processo d'appello. Intanto la patologia di cui soffre mio marito si è riacutizzata. In passato egli ha tentato varie volte il suicidio. Dieci anni di cure costanti e di amore possono non essere sufficienti ad evitare che ci riprovi. Mio figlio è un bambino sereno solo perchè lo era anche prima, lo hanno confermato le assistenti sociali e le sue maestre, ma ancora ricordo il suo terrore di quella sera, mentre suo padre era a terra e le parole che mi sussurrò "mamma, ma questi sono animali...". Dimenticavo, noi non siamo soliti uscire la sera ma nella mia città c'erano le amministrative e  non avevamo avuto il tempo di andare  a votare...
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Numero dei detenuti presenti su 43084

61.481 detenuti
il 7/2/2014


Osservatorio sulla contenzione
a cura di Grazia Serra

  
   

   
    a cura di Francesco Gentiloni

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Voltaire

 


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