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Nuove carceri

Susanna Marietti

Costruirà nuove carceri così come ha costruito le case per i terremotati. Questo ha ripetuto Silvio Berlusconi al suo telegiornale di oggi. E cosa farà trovare nelle celle? La bottiglia di spumante per il brindisi di primo ingresso? O la biancheria stirata e impilata che le telecamere si affretteranno a riprendere? È tutto un gioco, per il nostro capo del Governo. Soccorrere un sistema penitenziario ormai allo sbaraglio o dare una festa a Villa Certosa. Cerchiamo allora di ragionarne tra di noi, seppur non riusciremo a far ragionare Berlusconi e i suoi ministri. Tre sono le caratteristiche che il nuovo piano carceri in stile aquilano presenta. Innanzitutto, è assolutamente inutile nel medio - ma anche nel breve - termine. Da quando gli effetti della legge Bossi-Fini sull’immigrazione, della Fini-Giovanardi sulle droghe e della ex Cirielli sulla recidiva sono andati a pieno regime, la popolazione detenuta in Italia sta crescendo di circa mille unità al mese. Una cifra impressionante, se si pensa che solo pochi anni fa un’associazione come la nostra si diceva preoccupata per una crescita di mille unità all’anno. Ora: dopo cinque mesi e mezzo dal terremoto sono state consegnate a Onna abitazioni per 300 persone. Dopo sei mesi ne sono state consegnate altre, e altre ancora non dubitiamo che si aggiungeranno. Ma potremo mai viaggiare a ritmi di mille posti letto al mese? Così, andando avanti a costruire e basta, senza altro progetto, fino a riempire di casette in legno anche i parchi comunali e distogliendo tutti gli operai della nazione da qualsiasi altro impegno? Difficile perfino per un imprenditore dei miracoli come lui. La seconda caratteristica del nuovo piano carceri improvvisato da Berlusconi è un altro tipo di inutilità, che si manifesta su una distanza di tempo più lunga e si accompagna a un’intrinseca e pervasiva dannosità. Il Consiglio d’Europa, che lavora sull’osservazione di ben 47 Stati membri e sa di cosa si sta parlando, non si stanca di avvisare che la costruzione di nuove carceri, senza altre previsioni volte al contenimento del loro utilizzo, si è sempre storicamente risolta in un parallelo aumento del numero dei detenuti. Se mi danno i denti, il pane poi lo trovo. Se ho spazio, in un modo o in un altro lo riempio. È di poche settimane fa la Conferenza sul sovraffollamento carcerario promossa proprio dal Consiglio d’Europa. I Direttori delle Amministrazioni Penitenziarie europee si sono incontrati a Edimburgo per spiegare quanto e come fossero riusciti a mettere in pratica principi solennemente accettati dai loro Paesi e contenuti in un’apposita Raccomandazione sul sovraffollamento delle carceri e sulla crescita della popolazione detenuta datata 1999. Inutile dire che l’Italia non ha fatto una bella figura. E inutile dire che quella Raccomandazione condannava esplicitamente il ricorso all’edilizia penitenziaria quale soluzione all’affollamento, ispirandosi piuttosto ai principi del diritto penale minimo e del ricorso al carcere quale ultima ratio. Ma c’è ancora una terza e ultima caratteristica del piano carceri post-terremoto che dobbiamo qui prendere in considerazione: esso è terribilmente televisivo. Ed è questa l’unica caratteristica che interessa Silvio Berlusconi.

www.linkontro.info, 2 ottobre 2009
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