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La posta del cuore

Fulvia risponde

di Fulvio Abbate

 

Cara Fulvia,

quando sono entrato in carcere eravamo  sposati da pochi mesi  ed io pensavo che sarei uscito presto. Infatti ero giovane e incensurato e  credevo che   me la sarei cavata con qualche anno, o addirittura che avrei ottenuto un affidamento, in considerazione del fatto che avevo avuto problemi di droga. Ma poi le cose non sono andate così perché un pentito mi ha accusato di altri reati:  tuttora ho processi in corso. Per paura che mia moglie si stancasse, ho continuato ad inventare scuse e a fare progetti, nella speranza che, nel frattempo, accadesse qualcosa a cambiare la situazione. Lei, però, da un po’ ha smesso di farmi domande... In un primo momento ho creduto che si fosse rassegnata, ma poi ho notato che ha ricominciato a vestirsi e truccarsi con cura, a rispondere con meno frequenza alle lettere. Ho indagato un po’ con i miei familiari  per capire cosa le stia succedendo, ma  sono imbarazzati e cambiano discorso. L’altro giorno, che era il nostro decimo anniversario di matrimonio, non è venuta al colloquio. Insomma tutto lascia credere che lei si sia ormai allontanata da me e forse  sia innamorata di un altro..La capisco, in fondo il nostro matrimonio è stato fatto di pochi mesi di vita in comune e di molti anni di lettere, telefonate e squallide sale colloqui, senza poter mai rimanere soli. Il suo corpo per me e il mio corpo per lei sono ormai un lontano ricordo. Ma , nonostante tutto, io sono combattuto: non so se affrontare io  per primo l’argomento oppure far finta di niente.. Da una parte vorrei non sapere, continuare ad illudermi che lei mi aspetti, dall’altra ho paura che rimanga con me solo per evitare di farmi soffrire troppo.

 

Rocco

 

 

 

Caro Rocco, io credo che spetti a te la prima parola, pretendere insomma che da tua moglie venga un cenno di chiarezza, lo deve lei a te, ma soprattutto lo devi tu a te stesso: per non arrovellarti fra angoscia e sofferenza. Ci sono momenti nei quali è d’obbligo stringere i denti e pretendere appunto (e da stessi, ripeto) il massimo della chiarezza, fosse anche a costo di un dolore apparentemente destinato a schiantarci, a toglierci il respiro, il fiato, la percezione che le cose potranno mutare in meglio. Io non so se tu la ami, o semmai senti il disagio che deriva da ogni situazione che non conosce chiarezza o è addirittura segnata dalle bugie. Tu potrai comprendere le sue necessità affettive, ma per farlo devi assumerti la responsabilità, come ti ho già detto, della chiarezza iniziale. Se son rose fioriranno, dice un vecchio luogo comune, altrimenti potrai dire – come si usa in queste circostanze, non so con quale capacità di consolazione - che questa persona non meritava i tuoi pensieri. Resisti, sii determinato.

E ricevi un abbraccio da Fulvia

 

 
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