Rebibbia, muore in carcere a 33 anni era detenuto nella sezione psichiatrica
Morto nel sonno a 33 anni. La vittima è un detenuto del carcere di Rebibbia, sezione psichiatrica. Il corpo è stato rinvenuto dalle guardie del turno mattutino dopo che, non avendo ricevuto alcuna risposta dall'uomo, hanno ispezionato la cella e lo hanno trovato senza vita nel suo letto.
"È stato avvertito il tribunale e la procura - afferma Filippo Pegorari, garante delle persone private della libertà personale di Roma - poi l'autopsia stabilirà le cause del decesso. Sappiamo solo che era in buona salute. Certo è - ci tiene a precisare - che non è in un posto come quello che avviene il recupero. Le cure sono approssimative e i detenuti sono come bambini di 6 anni che si aggirano intontiti dai farmaci. La pulizia poi lascia molto a desiderare: a luglio, sempre a Rebibbia, un detenuto è stato soccorso dopo essere stato morso da un ratto lungo 30 centimetri che sembrava un coniglio. Come si può vivere in queste condizioni?".
"Uno stato di abbandono - prosegue Pegorari - e di un'assistenza latitante. E' il sistema carcere che non va. Basti pensare che la metà dei detenuti è in attesa di giudizio, e di questi il 42% statisticamente è innocente".
Sulla vicenda è intervenuto anche Angiolo Marroni, garante dei detenuti del Lazio: "Il giovane - ha dichiarato - era recluso nel reparto per minorati psichici perché affetto da disturbo di personalità borderline. Fisicamente non aveva problemi visto che sabato scorso aveva partecipato anche ad una partita di calcio.  A quanto riferito ai miei collaboratori, quest'uomo era pienamente integrato nelle attività della sezione tanto che frequentava il laboratorio teatrale promosso dal questo Ufficio". Quello registrato a Rebibbia è il sesto decesso di detenuti nelle carceri del Lazio dall'inizio dell'anno, il quinto a Roma.
la Repubblica 3 aprile 2012
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