Salvo Fleres da qualche settimana è impegnato in una meritoria campagna di denuncia delle terribili condizioni di vita nelle carceri siciliane. Lui garante e deputato, giornalista e poeta, saggista ed ex repubblicano, forza italiota e pidiellino, si é battuto strenuamente per l’introduzione del reato di tortura nel nostro codice penale e contro il sovraffollamento delle carceri siciliane. E’ sua una produzione legislativo-letteraria sui poteri dei garante dei detenuti: grazie a lui i detenuti potranno avere colloqui - anche al fine di compiere atti giuridici - non più solo con congiunti o avvocati, ma anche con i “Garanti dei diritti dei detenuti comunque denominati”. Una norma che assomiglia a un poema di Ungaretti. Chi sono i “garanti comunque denominati”? Mai una norma dello Stato aveva osato tanto. Contro Salvo Fleres si è scagliato di recente l’Osapp affermando che il garante siculo è troppo duro, severo con il sistema. Secondo quelli dell’Osapp non è vero che il carcere di Catania fa schifo. Fleres continua però le sue battaglie. Da solo, visto che i suoi amici di partito fanno di tutto per metterlo in difficoltà creando norme liberticide, dis-umane, e carcerogene. Lo ha lasciato solo anche il Guardasigilli siculo Angelino Alfano quando ha detto che il sovraffollamento non ci farà tornare indietro ai tempi dell’inutile perdonismo. Salvo Fleres non ha commentato, come usa fare quando quelli del suo partito fanno di tutto per soffocare, comprimere, violare i diritti dei detenuti che lui garantisce.