Linee guida per la tutela dei diritti delle persone detenute
A buon diritto, Acli, Antigone, Arci, Associazione nazionale Giuristi Democratici, Beati i Costruttori di Pace, Cgil, Cgil – Fp, Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, Coordinamento Garanti Territoriali Detenuti,
Forum droghe, Forum per il diritto alla salute in carcere, Jesuit Social Network Onlus, Ristretti Orizzonti, Unione Camere Penali Italiane, Vic – Volontari in carcere
Le proposte fin qui avanzate tendono a ridurre nell’immediato il numero dei detenuti nelle nostre carceri, per porre fine ad una condizione di sovraffollamento che da ultimo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha definito "una realtà che ci umilia in Europa e che ci allarma per la sofferenza quotidiana di migliaia di esseri umani in condizioni che definire disumane è un eufemismo”.
Questo non significa però che, al di la dell’attuale condizione di sovraffollamento, il sistema penitenziario italiano non presenti al momento altre gravi disfunzioni che rappresentano altrettante violazioni ai diritti fondamentali delle persone private della libertà. Per questo i promotori di questa proposta chiedono anche che si provveda alla chiusura degli Opg (Ospedali Psichiatrici Giudiziari) e alla eliminazione delle misure di internamento psichiatrico, per attuare quanto previsto dalla legge Basaglia e dal decreto 229 del ’99, andando così verso il superamento delle altre misure di sicurezza divenute pressoché indistinguibili dalle pene detentive.
Sosteniamo inoltre la necessità di garantire la tutela dei diritti fondamentali delle persone detenute, in particolar modo per quanto riguarda la promozione di opportunità di formazione e reinserimento sociale, anche attraverso il ripristino di risorse consistenti per la gestione degli istituti di pena e per le attività promosse da associazioni e cooperative all’interno delle carceri e l’istituzione della figura del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale.
Chiediamo inoltre la ratifica del protocollo opzionale alla convenzione contro la tortura ed i trattamenti e le pene inumane e degradanti, nonché l’introduzione del crimine di tortura. Si tratta di lacune del nostro ordinamento che si perpetuano ormai da troppo tempo.
Infine chiediamo che venga data attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 26 dell'11 febbraio 1999 che ha sollevato la questione della insufficiente tutela giurisdizionale dei diritti dei detenuti. La Corte ha infatti sostenuto che il nostro sistema penitenziario non presenta meccanismi procedurali di garanzia per le persone private della libertà personale di fronte ad atti dell'amministrazione penitenziaria lesivi dei loro diritti. |
- Pubblichiamo il racconto di Antonio Argentieri, apparso sul sito www.terramara.it, in cui denuncia un pestaggio subito da alcuni agenti del carcere di Arezzo nel 2004
- Pubblichiamo una serie di lettere inviate da detenuti a Radio carcere, trasmissione settimanale a cura di Riccardo Arena, su Radio Radicale
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