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Dal peggiore degli ergastoli, gli Uomini Ombra scelgono un blog per comunicare
di Susanna Marietti
“Sei arrivato nel Territorio degli Uomini Ombra”, si legge in home page del nuovo blog Le Urla dal Silenzio. “Questo blog è stato creato per loro. Per i condannati all'ergastolo ostativo, quello senza nessun beneficio, senza mai un giorno di permesso: anni e anni, decenni,  senza mai un giorno fuori dal carcere, senza mai un Natale in famiglia, senza mai un abbraccio libero con  i propri cari”.
Poesie, dialoghi, denunce di ordinari pestaggi, ricordi di compagni morti, fotografie dal carcere. “Alcune cose nascono quasi come una pallina di neve che lentamente cresce, cresce e cresce e poi va a finire che è una valanga. Il blog fu una idea lanciata là, un'improvvisa intuizione notturna”, racconta Alfredo, tra gli ideatori di questo spazio e suo principale amministratore. L'idea rimbalzò a un altro paio di persone fuori dal carcere. Ma fu da dentro che arrivò l'entusiasmo decisivo affinché si realizzasse. Carmelo Musumeci, che per Linkontro.info cura la rubrica “L'ergastolano”, detenuto a Spoleto, condannato all'ergastolo ostativo, principale animatore della campagna Mai dire mai per l'abolizione della pena perpetua, una delle persone che ci hanno mostrato come dal carcere si possano utilizzare gli strumenti del diritto, una delle persone che ci hanno mostrato come questi strumenti, se provengono dal carcere, restino spesso inascoltati. Carmelo Musumeci, che non si stanca di cercare canali di comunicazione tra il dentro e il fuori, diede la spinta che trasformò in cosa  fatta quella pallina di neve embrionale.
l blog, questa forma libera di comunicazione, utilizzato da coloro che meno liberi in assoluto sono nel nostro paese. Riconosciamo in questo le pacifiche modalità di lotta di Carmelo e dei suoi amici, che nel novembre del 2008 riuscirono a organizzare la consegna simultanea di 750 ricorsi di ergastolani alla Corte Europea di Strasburgo. Le mura delle galere interrompono la comunicazione. Per la burocratizzazione, per il senso di inutilità che fa passare la voglia, per il silenzio cui riducono tramite tanti leciti e meno leciti meccanismi. Ci pare importante, allora, che nascano oggi queste Urla dal Silenzio.
Ma c'è un'altra genesi”, dice ancora Alfredo, “quella che ha dato vita alle premesse senza le quali non ci sarebbe stato il blog. Più di un anno e mezzo fa mi imbattei in uno scritto di Carmelo Musumeci, Racconto di esame di un carcerato. Fu una folgorazione, per lo stile assolutamente originale e imprevedibile e per l'anima e il fuoco, il dolore e la volontà che lo animavano. Conservai quel racconto, come si conserva un dono prezioso. E lo condivisi con alcune persone. Questo blog ha radici che coinvolgono più persone nel loro incrociarsi”.
Nelle intenzioni dei creatori, Le Urla dal Silenzio non vuole essere uno spazio solo militante, uno spazio che dia conto delle iniziative politiche per l'abolizione dell'ergastolo, che lanci appelli, proponga riflessioni. “Queste cose ci sono e ci saranno pure. Ma prima di tutto immaginavamo uno spazio che non fosse neutro e indifferenziato. A partire dalla grafica, evocativa e capace di trasmettere energia, di dare il senso di un'emozione. Chi lo visita deve sentire che questo blog racchiude le viscere, il cuore e le ali spezzate degli Uomini Ombra”.
È a loro che il blog è dedicato, sono loro che hanno scelto di servirsi di questo canale di dialogo con il mondo esterno. Non un sito genericamente dedicato al carcere, ma il blog dell'ergastolo ostativo e di chi lo abita. “Un posto dove le persone del mondo dei vivi avessero l'occasione di poter vedere quante storie, quanto dolore, quante braccia che si sostengono a vicenda, quante urla lanciate in cielo, quante storie tatuate sulla pelle, quanto amore questi uomini stigmatizzati da tutti riescono a dare”.
linkontro.info
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Numero dei detenuti presenti su 43084

61.481 detenuti
il 7/2/2014


Osservatorio sulla contenzione
a cura di Grazia Serra

  
   

   
    a cura di Francesco Gentiloni

" Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri"
Voltaire

 


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