Fulvia risponde
una delle cose più brutte del carcere è non poter scappare da certe situazioni che magari fuori si potrebbero risolvere con una certa facilità. La mia famiglia abita lontano e per questo mia moglie viene a colloquio solo l’ultimo sabato del mese. Siamo sposati da molti anni e già prima che fossi arrestato il nostro rapporto si era un po’ spento. Non posso dire che lei non mi manchi, ma così come mi mancano mia madre e i miei figli. Tanto per essere chiaro, anche qua dentro, se devo fare un sogno erotico, non è lei che immagino come mia partner! Così ho fatto quello che fanno in tanti : ho iniziato una corrispondenza con una ragazza della zona conosciuta durante una rappresentazione teatrale aperta agli esterni. Ci siamo scritti per alcuni mesi e poi lei ha chiesto l’autorizzazione ai colloqui come “terza persona”. E’iniziata così una bellissima relazione che dura ormai da quasi un anno. Lei mi viene a trovare tutte le settimane tranne quella in cui viene mia moglie. Le ho detto che sono separato ma che una volta al mese mia moglie viene al colloquio per accompagnare mia figlia. Quanto a mia moglie,pensavo che non avrebbe mai sospettato nulla ,visto il posto in cui mi trovo. Sottovalutavo l’intuito femminile e anche i pettegolezzi delle mogli degli altri detenuti che mi hanno notato fare colloqui con una ragazza tanto giovane e bella. Insomma l’altro giorno mia moglie mi ha fatto un’improvvisata . Quando è arrivata al colloquio le hanno detto che c’era già una signorina, una “terza persona”, ma lei è riuscita ad entrare lo stesso. Ci ha trovato mano nella mano (per fortuna che non è consentito fare molto di più) e io non ho avuto il tempo d’inventare niente. Sono dovute intervenire le guardie per separarle ! Io, sapendo quello che rischiavo ,ho subìto passivamente la scenata e così ho evitato un rapporto disciplinare. Ma l’educatrice e la psicologa mi hanno detto che il mio comportamento rivela ancora una scarsa maturazione e mette a rischio il permesso premio che sto aspettando da tanto tempo visto che l’ho chiesto per ” coltivare gli affetti familiari”. Ora io mi chiedo: cosa c’entra un debolezza umana con la pericolosità sociale? Ti sembra giusto che per il fatto di essere detenuto debba pagare così tanto quello che fuori milioni di uomini fanno ogni giorno senza nessuna conseguenza?
Salvatore
Caro Salvatore,
soltanto chi non ha mai visitato un carcere in vita sua, non riuscirà a cogliere e a comprendere la verità delle tue parole, di questa tua lettera che parla di un percorso interiore. Mi racconti di questo incontro fra tua moglie e “l’altra”: al di là del provvedimento disciplinare che hai rischiato, quell’incontro sta qui a dimostrare che perfino in carcere è possibile vivere una commedia degli equivoci. La prossima volta cerca però di stare più attento, per te stesso, per la tua tranquillità, per il futuro che dovrà essere.
Un abbraccio da Fulvia. |

- Pubblichiamo il racconto di Antonio Argentieri, apparso sul sito www.terramara.it, in cui denuncia un pestaggio subito da alcuni agenti del carcere di Arezzo nel 2004
- Pubblichiamo una serie di lettere inviate da detenuti a Radio carcere, trasmissione settimanale a cura di Riccardo Arena, su Radio Radicale
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