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Garante dei detenuti: come è andata finire
Silvio Di Francia
E' di qualche giorno fa la notizia della nomina da parte del Sindaco Alemanno del nuovo Garante delle persone detenute di Roma - comunemente detto difensore civico dei detenuti - nella persona dell'Ispettore dell'amministrazione penitenziaria, Vincenzo Lo Cascio. Prende il posto di Gianfranco Spadaccia, nominato dall’allora Sindaco Veltroni.
Le scarne notizie di stampa a commento della nomina raccontano della soddisfazione del sindacato al quale appartiene Lo Cascio e di un segnale relativo al prossimo ingresso in maggioranza de La Destra di Storace, formazione alla quale (sembra) l'ispettore sia vicino.
Nulla si dice del paradosso di una nomina che contraddice – alla lettera - lo spirito di quell'istituzione, laddove è scritto che: “Il Garante è un organo monocratico. L'incarico è incompatibile con l'esercizio di funzioni pubbliche nei settori della giustizia e della sicurezza pubblica (art. 1)”. Una figura terza, dunque, tra custodi e custoditi e, soprattutto, autonoma sia dall'amministrazione penitenziaria, sia dalle istituzioni locali… con poteri d’intervento, di denuncia, d'informazione... ". Appunto. Sarebbe un po' come se si nominasse garante dei diritti dei consumatori il direttore di una catena di supermercati.
La Delibera fu presentata formalmente in una seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Roma tenutasi nel teatro del Carcere di Rebibbia alla presenza di un centinaio di detenuti , tra i quali molti presero la parola e ne chiesero la rapida approvazione. Primi firmatari di quella Delibera, il sottoscritto (all’epoca Consigliere Comunale) e l’Assessore Luigi Nieri.
Luigi Manconi fu il primo Garante dei Detenuti nominato da un’amministrazione locale in Italia.
La nomina di Lo Cascio risulterebbe, dunque, illegittima sia per la lettera che per lo spirito dell'istituzione.
Finora la protesta si è arrestata alla denuncia dell'associazione Antigone e di Stefano Anastasia che era stato il primo Direttore di quell'ufficio.
Altri, ad esempio i radicali, si sono limitati a una sospensione di giudizio in virtù della conclamata competenza del dott. Lo Cascio. Ma il punto non è questo.


Ultim’ora: dall’Agenzia Dire dell’8 novembre: “Vincenzo Lo Cascio, indicato pochi giorni fa dall'amministrazione capitolina a ricoprire l'incarico di garante dei detenuti di Roma, ha deciso, per ragioni personali e di incompatibilita' con il ruolo ricoperto presso l'amministrazione penitenziaria, di rinunciare a questo compito.
Lo comunica, in una nota, il Campidoglio.
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha preso atto di questa rinuncia. Lo Cascio, ad ogni modo, continuera' a collaborare con il Campidoglio per il miglioramento delle condizioni di detenzione nella Capitale”. Appunto.

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61.481 detenuti
il 7/2/2014


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Voltaire

 


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