Una moratoria globale contro la pena di morte entro il 2015
Si è concluso ieri a Ginevra con il discorso della consigliera federale Micheline Calmy-Rey il quarto Congresso mondiale contro la pena di morte. Vi hanno partecipato rappresentanti di più di 100 paesi fra cui l’Italia. Il premier spagnolo, Jose Luis Rodriguez Zapatero, presidente di turno dell’Unione europea, ha annunciato la costituzione di una Commissione Internazionale per sostenere una moratoria universale entro il 2015 che partirà già nella seconda metà di quest’anno, e che riunirà “personaggi di alta autorità morale e di prestigio riconosciuti a livello internazionale, provenienti da tutte le regioni del mondo”. “Stiamo entrando nella fase più delicata del cammino verso l'abolizione mondiale della pena di morte", ha detto la consigliera federale Calmy Rey che pero’ ha invitato i partecipanti a non lasciarsi condizionare "da una pericolosa ingenuità e da un ottimismo troppo ideale". Nell’ambito del Congresso, si è tenuta la tavola rotonda sul tema “Proteggere i gruppi vulnerabili dalla pena di morte: minori e persone con disabilità mentali”, che è stata presieduta da Antonio Stango come membro del Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino. Nel corso della tavola rotonda sono intervenuti James Welsh di Amnesty International, James Ellis dell’Università del New Mexico (Stato che ha abolito la pena di morte nel 2009), Ameir Mohamed Suliman (coordinatore del programma legale del Centro Africano per la Giustizia e la Pace del Sudan) e Nazanin Ashin-Jam, politologa di origine iraniana, di “Stop Child Executions” (Canada). Quest’ultima ha ricordato che l’Iran è il Paese al mondo dove avvengono più esecuzioni di minori e di persone che erano minorenni al momento della commissione del fatto: in molti casi anche “crimini senza vittima”, quali il comportamento omosessuale o il sesso al di fuori del matrimonio. In Iran attualmente sono circa 140 i minorenni detenuti nei bracci della morte. 27febbraio 2010 |
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