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Ergastolani: una protesta ignorata

Esimio dott. Serra,

deve sapere anzitutto che sono un ergastolano di 34 anni, di origine campana e detenuto dal 2001;[…] la mia non è proprio una domanda ma un’osservazione, un invito alla riflessione.

Si parla spesso di pluralità dell’informazione, si attacca l’attuale leader del governo per conflitti di interesse, si fanno passare notizie allarmanti per dirottare l’attenzione pubblica dalle principali vicissitudini del Paese e poi abbiamo quei tg che sono strutturati in gran parte sul gossip.

Prima della pluralità occorrerebbe l’informazione!

Ho visto l’interessantissima intervista alla Betancourt a “Che tempo che fa” e ad un tratto, in una sorta di processo empatico, ho vissuto la sofferenza della Betancourt quando il bravo Fazio le ha chiesto come passava le giornate durante la prigionia. La metafora che ella ha fatto della sala d’aspetto di un aeroporto è stata significativa. Certamente i contesti sono diversi, al di là della colpevolezza ma intendo sotto il profilo sociale. La povera Betancour non sapeva se l’indomani sarebbe stata libera o uccisa. Un ergastolano invece è imprigionato in una sala d’aspetto senza sapere se e quando arriverà il suo volo.

Collegandomi all’osservazione sopra citata, vorrei dare un piccolo contributo alla lotta per l’abolizione dell’ergastolo attuata con lo sciopero della fame di tutti gli ergastolani delle carceri d’Italia ed in solidarietà appoggiati anche da decine di migliaia di persone tra parenti, amici, conoscenti e sostenitori anche del mondo culturale, dello spettacolo e politico anche a livello europeo.

Lo sciopero è iniziato il primo dicembre scorso e durerà fino a marzo prossimo. Ogni settimana lo sciopero verrà interrotto dai detenuti di una regione (la prima è stata la Toscana) e lo riprendono quelli di un’altra. L’anno scorso la tv ha snobbato questa iniziativa e solo qualche trafiletto su pochi quotidiani locali ha riportato la notizia.

Su circa 1500 ergastolani ce ne sono 96 che sono in carcere da oltre 26 anni e 92 da oltre 21. quindi la notizia che l’ergastolano esce dopo 8 anni di carcere è falsa. Niente di più strumentale per impaurire i cittadini. C’è una sentenza della Corte Costituzionale che sostiene esplicitamente la preclusione ai benefici penitenziari di quegli ergastolani che sono stati condannati con l’art. 4 bis ossia quasi tutti. Unica via d’uscita per quei detenuti, che io definisco uomini ombra, per accedere a quei cosiddetti permessi premio, è la collaborazione con la Giustizia. Praticamente un ricatto. Si perché nel caso io non volessi pagare i miei errori mi basterebbe accusare qualcuno e la cosa è fatta. Invece se non accuso nessuno e decido di pagare molti anni della mia vita come giusto prezzo per i miei errori, non esci. Non basta. Che strano paese…! […]

Se l’Italia si è battuta a gran voce e con tanto vanto sulle scene internazionali per la moratoria contro la pena di morte, perché si ostina ad avere una pena nel suo codice che è stata ritenuta più crudele della stessa pena di morte da quasi tutti i paesi Europei e addirittura dai francesi e da Beccarla oltre due secoli fa?

Qualche mese fa un giudice americano ha motivato il diniego all’estradizione di un italo-americano perché in Italia c’è la tortura, si riferiva al 41bis.

Chi sbaglia deve pagare…anche se poi ricchi e potenti non pagano, al massimo gli arresti domiciliari…ma chi dimostra di essere meritevole ha diritto ad un’altra possibilità. Questo merito però non deve coincidere con l’uso strumentale della Giustizia per uscire prima dal carcere scaricando le proprie colpe sugli altri.

Senza contare quelli che sono innocenti e si ritrovano condannati a vita grazie al troppo zelo di investigatori pronti a tutto pur di assicurare alla Giustizia un colpevole e non il colpevole. Per esempio l’ingegner Zornitta, il presunto unabomber, quelli del RIS confessarono che un loro operatore falsificò le prove. Prima gli hanno distrutto la vita e se non avesse avuto la possibilità di difendersi adeguatamente? Mi domando a volte che punizione ha avuto colui che per ego professionale non ha avuto scrupoli a spendersi la vita di un innocente! Probabilmente poco e nulla come i suoi colleghi del G8 di Genova che sono stati condannati a giusto tre anni di carcere, tanto c’è l’indulto e non pagheranno mai!

E tra l’altro solo gli esecutori materiali sono stati condannati; come per dire “serrate i ranghi” espressione usata dagli ufficiali nelle battaglie campestri dei secoli scorsi in situazioni di pericolo “e paghi il meno graduato!”.

Nel 2006 l’associazione Papillon di Roma ha prodotto dei dati relativi agli arresti e i processi avvenuti nel 2005. Su 22 mila arrestati circa 11 mila sono risultati innocenti. Dati che fanno riflettere. Il 50% dei detenuti statisticamente parlando anche oggi sarebbero innocenti. Un disegno di legge che prevedeva la revisione dei processi automaticamente se la Corte Europea avesse evidenziato, nel suo intervento, delle irregolarità è stato criticato e messo subito al bando da nomi illustri della magistratura come il Sig. Violante, semplicemente perché consapevoli che migliaia di processi potevano essere riaperti, revisionati e dunque intasare i tribunali. Questa fu la motivazione di Violante. Quindi per una questione di economia processuale non si da la possibilità a persone, che hanno subito un processo irregolare, di riprendersi la loro vita.

Si potrebbe contestare che esiste la revisione ma le condizioni sono davvero quasi impossibili per averla…tranne un miracolo. Ad esempio come quella persona che di recente in Puglia si è scoperto che fu condannata all’ergastolo per l’omicidio di alcune donne anziane e se non fosse stato per il vero colpevole, un tunisino che ha confessato, quell’ uomo innocente sarebbe ancora in carcere. Veramente è ancora in carcere perché l’iter burocratico impone una sentenza definitiva per avere la revisione. Quindi il tunisino dovrà fare prima tutti e tre gradi di giudizio, risultare colpevole e poi il pugliese potrà chiedere la revisione.

Davvero strano questo paese…

Lei esimio dottore ha mai fatto una revisione sull’ergastolo? Non crede che sia giusto che le persone sappiano realmente come stanno le cose? Perché una notizia così rilevante in termini sociali qual è lo sciopero della fame per avere un fine pena anche a 30 anni non è interessante come il rischio estinzione di un fenicottero azzurro ad esempio? Oggi 18 dicembre nessun tg o giornale nazionale ha riportata la notizia di uno sciopero della fame di decine di migliaia di persone tra detenuti e cittadini.

 

 

 

Verso il carcere e  tutto quello che contiene – custoditi, ma anche custodi - l’atteggiamento più diffuso va dal disinteresse alla rimozione, tanto psicologica quanto urbanistica. Qualche volta si ha la sensazione che dietro l’ansiosa invocazione della certezza della pena si nasconda  il bisogno di lasciare  alcune nostre certezze solide come il muro che divide i colpevoli dagli innocenti. Pensare al carcere significa prendere atto che dentro ci sono persone che hanno assecondato pulsioni che tutti proviamo, che hanno commesso azioni che la maggior parte non commette per ragioni in parte attribuibili al libero arbitrio, in parte all’educazione, alla cultura, al caso etc.

 Lo scarso interesse per il carcere  favorisce  poi  la cattiva informazione, la diffusione di  dati sbagliati o distorti. Scoprire che in carcere ci sono persone con pene lunghe, lunghissime o con “fine pena mai” e altre che non potranno mai usufruire di misure alternative obbliga a rivedere molte posizioni di comodo.

 L’impopolarità di questi temi, la perdita di consensi nei confronti di quanti l’indulto hanno sostenuto, fa sì che tutta la politica che della necessità di acquisire consensi vive, in questo momento storico prenda le distanze da battaglie di civiltà come quella per l’abolizione  dell’ergastolo.

Questi sono i motivi principali  per cui l’ultimo  sciopero della fame  degli ergastolani ha avuto  quest’anno  ancora meno attenzione da parte dei mezzi di informazione, tutti protesi a  lanciare nuove emergenze.

Noi abbiamo  scelto di  pubblicare   questa lettera, inoltrataci da Michele Serra, a pochi giorni dalla conclusione dello sciopero degli ergastolani per dare   un segnale di attenzione  e solidarietà che vada oltre la conclusione di questa protesta.

 

 

 

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Numero dei detenuti presenti su 43084

61.481 detenuti
il 7/2/2014


Osservatorio sulla contenzione
a cura di Grazia Serra

  
   

   
    a cura di Francesco Gentiloni

" Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri"
Voltaire

 


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