Bari: il Sappe; la II Sezione va chiusa, per le carenze igieniche
La seconda sezione? Un girone di inferno da chiudere. L’ultima denuncia del Sappe, il sindacato degli agenti di polizia penitenziaria, è arrivata qualche settimana fa in coincidenza con la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha condannato l’Italia a risarcire di mille euro un detenuto bosniaco costretto a vivere in pochi metri quadrati.
La II sezione è proprio il "braccio" in cui è rinchiuso Antonio, il detenuto che ha deciso di raccontare la sua storia facendosi portavoce dell’amarezza di altri suoi compagni di cella e di istituto. La denuncia del detenuto si sposa con quella del sindacato di agenti penitenziari: "politici e mass media devono sapere che in circa 12 metri quadrati vengono stipati 6, 7 o 8 detenuti con muri pieni di macchie di umidità , con bagni di piccole dimensioni ed intonaci scrostati, separati dal resto della cella da pannelli in materiale metallico in più punti corroso". Insomma, più che una lista di carenze sembra la scenografia di un film dell’orrore. Il Sappe ha altresì provocatoriamente chiesto al sindaco di effettuare un sopralluogo all’interno del carcere e toccare con mano questa grave realtà (che probabilmente Emiliano potrebbe conoscere visto il suo passato da pubblico ministero).
Per il Sappe "la II sezione deve essere chiusa per le scadenti condizioni igienico sanitarie in cui versa e che oggi ospita circa 200 (invece di 90) detenuti". Tale popolazione carceraria è controllata da un agente penitenziario ogni 100 detenuti: figuriamoci se un poliziotto può "badare" alle esigenze di un disabile, malato, che probabilmente non dovrebbe essere neanche in cella". Ed ecco lo stato di disagio degli agenti penitenziari costretti a lavorare in tali condizioni di estremo disagio oltre che di pericolo in considerazione della tensione che via via rischia di accumularsi nel tempo.
( La Gazzetta del Mezzogiorno, 18 agosto 2009) |
- Pubblichiamo il racconto di Antonio Argentieri, apparso sul sito www.terramara.it, in cui denuncia un pestaggio subito da alcuni agenti del carcere di Arezzo nel 2004
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