Nei prossimi giorni si vota un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza presentato dalla senatrice radicale eletta nel gruppo del Pd Donatella Poretti. Molti altri l’hanno firmato e sostenuto con grande convinzione. L’emendamento intende introdurre il delitto di tortura nel codice penale italiano. È stato chiesto e ottenuto il voto segreto. I partiti di centrosinistra lo sostengono. Basterebbero poche decine di voti provenienti dal Pdl affinché passi. Dalla Lega invece non ci si può attendere franchi tiratori. Tortura e Lega sono le parole chiave di un vero profilo sinistro. Carolina Lussana, nata a Bergamo, laureata in giurisprudenza, è vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera. Che c’entra con la tortura Carolina Lussana? C’entra perché fu grazie a lei che nel secondo governo Berlusconi cadde la possibilità di approvare il disegno di legge diretto a introdurre il crimine di tortura. Era stato presentato da Gaetano Pecorella, avvocato di Silvio Berlusconi, già presidente della commissione Giustizia e parlamentare del Popolo delle libertà. Carolina Lussana presentò un emendamento che prevedeva l’incriminazione per tortura solo per chi “lo avesse fatto almeno due volte”. Quell’emendamento fu approvato: e la proposta di legge, a quel punto, fu fatta morire assai opportunamente. Carolina Lussana, ha presentato in questa legislatura come prima firmataria le seguenti proposte di legge: legge quadro sulla famiglia e per la tutela della vita nascente; introduzione dell'articolo 414-bis del codice penale concernente la pedofilia e la pedopornografia culturale; modifiche al codice penale concernenti la disciplina dei reati di violenza sessuale nell'ambito dei delitti contro la vita e l'incolumità individuale; introduzione dell'articolo 611-bis del codice penale e altre disposizioni concernenti il delitto di molestia insistente; modifica all'articolo 442 del codice di procedura penale; inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo; disposizioni in materia di prostituzione; disposizioni in materia di sicurezza degli impianti protesici mammari; modifiche alla legge 13 aprile 1988, n. 117, in materia di responsabilità civile dei magistrati; delega al Governo in materia di elezione popolare dei giudici di pace; istituzione in Bergamo di una sezione staccata del tribunale amministrativo regionale della Lombardia. Si consideri l’ultimo disegno di legge: se ne può dedurre che il bene e la sicurezza del Paese passino dall’istituzione di una nuova sezione del Tar a Bergamo. L’unica morale possibile di questa storia è che quando sei di destra, sei di destra. E per destra qui si intende quella roba cupa e tetra, quell’idea aggressiva e vendicativa delle relazioni sociali (che può annidarsi, beninteso, anche a sinistra): non c’è differenza tra uomo e donna. Solo che l’uomo di destra lo puoi definire con adeguati epiteti; con la donna di destra, doverosamente, devi andarci più cauto, altrimenti rischi di sembrare misogino. E chissà che – in fondo in fondo – non sia pure vero.