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Carceri, strigliata da Corte conti
Patrizio Gonnella
La Corte dei Conti, in piena estate, ha reso nota la sua inchiesta sugli interventi pubblici nel settore dell’edilizia penitenziaria. Ha esaminato nel dettaglio lo stato di attuazione dei programmi, i criteri e le modalità di assegnazione delle risorse disponibili, le modificazioni che sono intervenute nel medio e breve periodo nella pianificazione dell’edilizia penitenziaria. L’indagine ha riguardato il periodo che va dal 2003 al 2009, nel quale la popolazione reclusa è cresciuta di circa 15 mila unità. L’Ordinanza della Corte dei Conti è di natura prescrittiva e  prevede che entro sei mesi le amministrazioni interessate relazionino circa le misure adottate.
In un momento storico nel quale si parla molto di Piano carceri (attualmente in stand by) e di nuovi  programmi edilizi, l’Ordinanza della Corte esprime un giudizio inequivocabile sul passato, ritenuto inefficiente e sprecone. La Corte parla di “cronica insufficienza dei finanziamenti”, di “tortuosi meccanismi di assegnazione delle risorse disponibili”, di “lungaggini procedurali”, del “frequente e rapido mutamento delle esigenze e degli obiettivi”, della “dilatazione dei tempi nella fase esecutiva di costruzione delle nuove strutture penitenziarie dovuta anche al sorgere di contenziosi”. Nonostante sia stata prevista la possibilità di ricorrere alla finanza di progetto e alla permuta, non se ne è fatto praticamente ricorso. Nel caso del project financing, scrivono i giudici contabili, “in quanto, trattandosi di uno strumento che prevede l’affidamento della gestione dell’opera al privato che ha investito per la realizzazione della stessa, soltanto alcuni servizi avrebbero potuto essere affidati in gestione (es. lavanderia, cucina), con scarse potenzialità di rendita ed un inevitabile cospicuo intervento finanziario dell’Amministrazione ad integrazione”. Nel caso della permuta “è stata di fatto non utilizzata poiché il valore dell’immobile in dismissione risulta essere sempre inferiore al costo di costruzione del nuovo edificio”. La locazione finanziaria ha avuto invece leggermente più fortuna.
La Corte si è soffermata sulle spese effettuate per riammodernare e costruire nuove carceri. Due i centri di spesa, il Ministero della Giustizia e quello delle Infrastrutture. I pagamenti partiti dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sono risultati ben inferiori rispetto alla massa spendibile. I lamentati effetti negativi erano dovuti alla norma, contenuta nell’art. 46 della legge n. 448/2001, che prevedeva che i finanziamenti provenissero dal fondo investimenti iscritto nello stato di previsione del Ministero della Giustizia al capitolo 7020, in gestione al Gabinetto del Ministro, e venissero ripartiti fra i tre Dipartimenti (Amministrazione penitenziaria, Giustizia minorile e Organizzazione giudiziaria) al termine di una complessa procedura. Dal 2008 i tempi si sono leggermente ridotti grazie al cambiamento di alcune norme contabili. Sardegna, Lazio e Abruzzi sono le regioni dove si è riusciti a spendere di più. Visto quanto accaduto in passato, la Corte richiede un forte impulso delle attività di costruzione di nuovi istituti penitenziari e di ampliamento di quelli esistenti, sostenendo inoltre che un tale impulso vada accompagnato da altre misure volte al buon funzionamento delle nuove strutture.
La Corte si sofferma sulla grave carenza di personale penitenziario, che avrebbe già causato la sottoutilizzazione di alcuni istituti, fra cui quello nuovo di Rieti. La Corte ricorda che le alternative ai Piani di edilizia carceraria sono la periodica adozione di provvedimenti di clemenza, la depenalizzazione dei reati di minore allarme sociale o l’introduzione di misure diverse dalla detenzione per i detenuti condannati o in attesa di giudizio per reati minori.
Anche per quanto riguarda la gestione della Cassa delle ammende la Corte, in altro provvedimento, afferma che, nonostante vi fosse una cospicua presenza nel bilancio dell’ente di somme non utilizzate, esse non sono state spese.

Italia Oggi, 16 settembre 2010
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" Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri"
Voltaire

 


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