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Interrogazioni a risposta orale

Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 270 del 03/11/2009

Data firma: 03/11/2009

Destinatari

Ministero destinatario:

* MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
* MINISTERO DELL'INTERNO
* MINISTERO DELLA DIFESA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 03/11/2009

Stato iter:
IN CORSO
Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01005
presentata da
GIANRICO CAROFIGLIO (Pd), STEFANO PEDICA (IdV)
martedì 3 novembre 2009, seduta n.270

CAROFIGLIO - Ai Ministri della giustizia, dell'interno e della difesa - Premesso che:

in seguito ad una perquisizione domiciliare, il signor Stefano Cucchi, trovato in possesso di 20 grammi di sostanze stupefacenti, veniva tratto in arresto da personale dell'Arma dei Carabinieri a Roma, alle ore 1.30 del 16 ottobre, e condotto in caserma, per essere custodito in una camera di sicurezza in attesa dello svolgimento del giudizio direttissimo, poi effettivamente celebratosi la mattina del 16;

secondo quanto dichiarato dai Carabinieri che hanno eseguito l'arresto, alle prime ore del mattino del 16 ottobre il signor Cucchi si sarebbe sentito male e, nonostante fosse stato richiesto l'intervento di un'ambulanza, avrebbe rifiutato le cure;

all'udienza del 16 ottobre, il signor Cucchi appariva al padre - presente in aula - tumefatto nel volto e in particolare nella zona perioculare, nonostante al momento della perquisizione, nella notte precedente, non presentasse segni di alcun tipo al viso e si trovasse in buone condizioni, senza alcuna difficoltà di deambulazione. In particolare, il gonfiore del viso appariva ancor più evidente in quanto contrastava con la sua caratteristica magrezza;

nonostante i reati contestati non fossero di particolare gravità e al contrario fossero evidenti le precarie condizioni fisiche dell'imputato, nel corso del giudizio direttissimo è stata disposta nei confronti del Sig. Cucchi la misura della custodia cautelare presso il carcere di Regina Coeli ;

alle ore 13.15 del successivo 17 ottobre il Sig. Cucchi veniva ricoverato presso l'ospedale Sandro Pertini di Roma, ove gli sarebbe stata preclusa la possibilità di incontrare i genitori. Inoltre, le ripetute richieste dei genitori del signor Cucchi di incontrare i medici per conoscere lo stato di salute di loro congiunto sarebbero state sempre respinte sulla base dell'asserita necessità di acquisire l'autorizzazione dell'autorità giudiziaria, non solo per il colloquio con il detenuto (ancorché ricoverato in ospedale) ma anche per l'incontro con i medici;

sulla base di tali motivazioni, in data 21 ottobre il padre di Stefano Cucchi si recava presso il Tribunale penale di Roma, per acquisire l'autorizzazione dell'autorità giudiziaria ai suddetti colloqui, autorizzazione che gli veniva rilasciata alle ore 12.30 dello stesso giorno;

la mattina del 22 ottobre - quando il padre di Stefano Cucchi stava per recarsi in carcere al fine di far vistare l'autorizzazione ai colloqui, i genitori venivano informati dell'avvenuto decesso del figlio;

acquisita tale notizia, i genitori di Stefano Cucchi, recatisi presso l'obitorio dell'ospedale Pertini, hanno potuto constatare che il volto del figlio appariva quasi completamente tumefatto; l'occhio destro era rientrato fin quasi a scomparire; l'arcata sopraccigliare destra era sensibilmente gonfia; la mascella destra appariva segnata da un solco verticale probabilmente dovuto a una frattura; la dentatura era decisamente rovinata e il viso, nel suo complesso, mostrava segni di bruciatura;

alle domande dei genitori del signor Cucchi, il medico di turno e il sovrintendente del padiglione dell'ospedale Pertini riservato alla degenza dei detenuti avrebbero risposto affermando di non avere avuto modo di verificare le condizioni del degente e in particolare lo stato del suo volto, in quanto il signor Cucchi "si teneva costantemente il lenzuolo sulla faccia";

veniva disposta l'autopsia del signor Cucchi ma l'avviso del conferimento dell'incarico veniva dato in ritardo ai familiari e l'accertamento veniva espletato, ad avviso dell'interrogante indebitamente, nell'ambito di un fascicolo iscritto nel registro modello 45, utilizzabile esclusivamente per la registrazione delle informative e degli atti del tutto privi di rilevanza penale come esposti o ricorsi in materia civile e amministrativa, esposti privi di senso, ovvero di contenuto abnorme, assurdo o di palese irrilevanza;

nel corso delle operazioni autoptiche veniva negata al consulente della famiglia Cucchi la facoltà di fotografare il corpo del defunto, nonostante fosse e sia palese l'indispensabilità di un simile adempimento per il corretto espletamento dell'attività di valutazione tecnica;

ad oggi non risulta altresì che sia stato autorizzato il rilascio di copia della cartella clinica alla famiglia Cucchi che ne ha fatto richiesta tramite il suo legale, laddove era invece possibile leggere ampi stralci di tale cartella clinica già sabato scorso sugli organi di informazione,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo possano fornire elementi ulteriori in ordine ai fatti esposti in premessa, con particolare riferimento alla natura dei traumi che il signor Cucchi presentava la mattina successivo all'arresto e al momento del decesso e sulle cause della sua morte;

se, in particolare, possano riferire le ragioni per le quali sia stato disposto il ricovero all'ospedale Pertini e per quale motivo, e da chi, sia stata preclusa ai genitori del Sig. Cucchi la possibilità di incontrare non solo loro figlio ma anche i medici curanti;

per quale motivo l'accertamento autoptico sia stato effettuato nel'ambito di un procedimento iscritto nel registro cosiddetto modello 45;

quali provvedimenti urgenti i Ministri, nell'ambito della loro rispettiva competenza, intendano adottare per far luce sulla vicenda e per verificare (indipendentemente dall'accertamento di reati, dei quali si occupa l'autorità giudiziaria) irregolarità, omissioni, violazioni di legge, regolamenti o circolari e correlate responsabilità disciplinari.

(3-01005)



PEDICA - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

il 1° novembre 2009 alle ore 16.00 l'interrogante si è recato in visita presso il carcere di Regina Coeli, accompagnato dalla signora Ilaria Cucchi, sorella del signor Stefano Cucchi, il detenuto deceduto all'ospedale "Sandro Pertini" di Roma il 22 ottobre 2009, dall'avvocato Stefano Maranella, legale della famiglia Cucchi, e dalle dottoresse Linda Cecconi e Irene Testa;

l'interrogante ha chiesto di accedere al carcere, avvalendosi della facoltà concessa al parlamentare per le visite ispettive, ed ha altresì richiesto di essere accompagnato nella visita dalla signora Cucchi: la guardia penitenziaria presente al momento ha comunicato all'interrogante che né il direttore né il vicedirettore dell'istituto penitenziario si trovavano nella struttura carceraria e che quindi non era nelle sue facoltà farlo accedere al carcere;

su richiesta dell'interrogante, l'agente di polizia penitenziaria ha contattato telefonicamente il direttore della casa circondariale Regina Coeli, dottor Mauro Mariani, il quale, parlando direttamente con l'interrogante e spiegando che si trovava fuori Roma per cure termali, ha comunicato che era possibile accedere al carcere soltanto per l'interrogante, mentre non lo era per la signora Ilaria Cucchi, in quanto la stessa non è collaboratrice diretta del parlamentare;

in seguito a ciò, l'agente di polizia penitenziaria ha richiesto e fotocopiato i documenti di identità dell'interrogante, della signora Cucchi e delle altre persone presenti, al fine di procedere, come comunicato all'interrogante dal direttore Mariani, a un non ben precisato atto formale su quanto accaduto,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza del fatto che il 1° novembre 2009 la casa circondariale Regina Coeli sia stata lasciata priva di un responsabile, e se tale situazione sia frequente in questo e in altri penitenziari italiani;

se non ritenga che sarebbe stato opportuno concedere alla sorella del signor Stefano Cucchi e al legale della famiglia la possibilità di visitare il luogo in cui il giovane è stato detenuto, prima della sua fine tragica, non ancora chiarita nella dinamica e nelle responsabilità;

se non ritenga che l'annotazione, da parte delle guardie penitenziarie, dei dati personali dell'interrogante e delle persone che lo accompagnavano, e che poi non hanno visitato il carcere, visto il rifiuto opposto all'ingresso della signora Cucchi, e il fatto che il direttore abbia spiegato questa circostanza accennando ad una possibile azione giudiziaria nei confronti dei predetti possano intendersi come un tentativo di intimidazione da parte di un direttore di istituto penitenziario assente e, evidentemente, in palese difficoltà;

quali misure intenda prendere al fine di sanare la circostanza descritta in premessa, tanto più alla luce della dichiarata volontà di trasparenza e chiarezza, espressa dallo stesso Ministro, sulla vicenda di Stefano Cucchi.

(3-01010)






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