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Giustizia lenta e recidiva
L'ultima ricerca sul rapporto tra  misure alternative e  recidiva, presentata oggi  in un convegno a Roma,  ha confermato i risultati   delle  indagini  precedenti: "solo" il 14,6% delle persone che scontano  la parte conclusiva  della condanna  in misura alternativa commette un nuovo reato  (contro il   67% di chi espia tutta la pena in carcere, secondo i dati della precedente analisi).
Nuovi interessanti  elementi sono  emersi dalla ricerca ed in particolare la rilevanza , tra i fattori di rischio recidiva, di un nuovo ingresso in carcere ,  durante o dopo un percorso di reinserimento già avviato, per il sopraggiungere di condanne definitive relative a reati commessi  in precedenza.  La lentezza  della giustizia risulta dunque uno dei fattori di  maggior ostacolo al reinserimento.
Risultati della ricerca “Il fenomeno del reinserimento sociale e della recidiva dei soggetti in esecuzione penale esterna con particolare riferimento ai tossicodipendenti”
La ricerca sul fenomeno del reinserimento sociale e della recidiva nei soggetti affidati agli uffici di esecuzione penale esterna (U.E.P.E.) del Lazio ha messo in luce i seguenti aspetti:
·        gli effetti dell’intervento del Servizio Sociale degli U.E.P.E. nel favorire una condotta di vita distante dalla variabile criminale;
·         gli effetti dell’intervento sociale nel completamento di un processo di socializzazione in una società in trasformazione;
·         la durata nel tempo degli eventuali effetti di inclusione sociale;
·        la corrispondenza del servizio prestato alle caratteristiche dei destinatari;
·         l’efficacia dell’affidamento in prova al servizio sociale, quale modalità di espiazione della misura “alternativa” al carcere secondo un modello penale riabilitativo.
La recidiva, intesa come presenza di una condanna definitiva per commissione di un nuovo reato dopo la conclusione dell’affidamento, è risultata essere del 14,6% .
Più specificamente è stato rilevato che la recidiva interessa persone che hanno fruito:
·        dell’affidamento in casi particolari dalla libertà: 16.7%
·        dell’affidamento in casi particolari dalla detenzione: 29,1%
·        dell’affidamento dalla libertà: 8.5%
·        dell’affidamento dalla detenzione: 8.5%
Inoltre, dall’analisi dei risultati della ricerca emerge che:
·        L' affidamento risulta meno efficace se è semplicemente un modo per “evitare” il carcere da parte della persona condannata
·        Per la prevenzione della recidiva sono risultate molto significative le esperienze di responsabilizzazione delle persone condannate (lavoro, percorsi terapeutici, ecc.), esperienze facilitate e sostenute da relazioni di fiducia fra il trasgressore e il sistema penale, nella interfaccia costituita dagli operatori.
·        L'inserimento lavorativo è una dimensione molto importante per il successo dell'affidamento in termini di prevenzione della recidiva.
·         Risulta confermata l' importanza delle famiglie e delle reti informali nell’efficacia dell’affidamento e nella prevenzione della recidiva.
·        E' necessario poter contare sull'individualizzazione delle prescrizioni e delle limitazioni alla libertà per non ostacolare il reinserimento.
·        Le tossicodipendenze si confermano fattore critico: sono da affrontare in collaborazione con Sert, e con Comunità terapeutiche che abbiano un rapporto di garanzia con il servizio pubblico territoriale .
·        E' necessario che le risorse economiche per il reinserimento degli affidati siano congrue e a flusso costante, gestite con competenza e orientate verso sinergie di più soggetti erogatori .
·        Sono necessarie risorse umane (con attenzione al rapporto numerico operatori/utenti) e risorse strumentali, che permettano il “lavoro di prossimità”, indispensabile soprattutto nei contesti più problematici e complessi.
Infine, si segnala la rilevanza (35%) del fenomeno del reimpatto, inteso come nuovo ingresso in carcere per conseguenza di carichi pendenti (reati commessi prima dell’affidamento), durante o dopo un percorso di reinserimento già avviato. Si evidenzia, così, quanto la lentezza della giustizia sia di ostacolo al reinserimento.
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Numero dei detenuti presenti su 43084

61.481 detenuti
il 7/2/2014


Osservatorio sulla contenzione
a cura di Grazia Serra

  
   

   
    a cura di Francesco Gentiloni

" Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri"
Voltaire

 


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