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Anche il soffermarsi in mensa all’ora di pranzo ha un altro sapore: tanti visi sorridenti come gli smile delle patatine.
C’è poco da fare, lavorando nella Pubblica Amministrazione in giro per l’Italia, si è destinati a fare da truppa di occupazione; e chi occupa è a sua volta accerchiato, e quindi nel mio caso pre-occupato di come andrà a finire questo campionato.
Premio della sincerità gestuale al giocatore del Bari che ha segnato di pancia o di anca il c.d. “gollonzo” del mese e che mimando un “cuore” grande così ha allegramente riconosciuto che la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo (in questo caso per i livornesi).
La Lazio è andata a pareggiare con il Pio Albergo Trivulzio, perché il generoso Milan null’altro aveva da opporre dato che gli elementi di classe li aveva tutti a casa. Mi sono piaciuti i festeggiamenti finali dei laziali con l’allenatore Reja; innanzitutto perché lui è persona perbene e di esperienza e poi perché un po’ di allegria e di spirito di gruppo riacquistato sono buone notizie non solo per la strana tifoseria laziale.
Il Milan non è chiaramente fuori dalla lotta per lo scudetto, perché, insisto, bisogna vedere a questo punto chi si stanca prima e sembra che ogni incontro, indipendentemente dalla classifica delle squadre in campo, ruota attorno agli episodi che cambiano l’indirizzo della partita.
Stesso discorso per la lotta per il quarto posto, dove il Palermo sembra avere una bracciata in più come i vincitori dei 100 stile libero.
Ma vi immaginate cosa può significare il Palermo in Champion’s? Praticamente è la realizzazione della via del cannolo di ricotta verso la felicità.
Ad un certo punto della stagione, quando le cose vanno male, c’è sempre almeno un giocatore che viene aggredito e insultato con particolare generosità. Io non ricordo neanche perché ce l’abbiano tanto questi teppisti con Zebina, però se si pensa che quello che qualche volta appare nei mass-media è solo un granello dello schifo che accade in giro presso i campi di calcio in tutta Italia, ci si sente molto confortati a lavorare e vivere nelle carceri italiane, dove lo sportivo viene sempre salutato con simpatia.        
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61.481 detenuti
il 7/2/2014


Osservatorio sulla contenzione
a cura di Grazia Serra

  
   

   
    a cura di Francesco Gentiloni

" Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri"
Voltaire

 


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