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Rassegna stampa su: alcune novità sulla morte di Stefano Cucchi

Roma, 3 feb. (Apcom) - Quella della vice sovrintendente del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ha spiegato Manconi, "è una testimonianza già formalizzata e trascritta e rappresenta l'ennesima conferma che Stefano Cucchi tentava di comunicare con l'esterno. Esistono due verbali - ha ricordato - nei quali un medico scrive che fin all'ingresso al Pertini Stefano aveva dichiarato di voler parlare con un legale e che avrebbe rifiutato il cibo finché questo non gli fosse stato consentito".

Per quanto riguarda la differenza tra i due verbali, invece, Manconi ha parlato di una "fonte attendibile" di cui però non ha voluto rivelare l'identità. La famiglia, infatti, è in possesso soltanto del secondo verbale, quello del Regina Coeli, ma non ha potuto prendere visione del primo. Il suo contenuto è stato riferito alla famiglia presumibilmente da personale sanitario o dell'amministrazione penitenziaria interno all'ospedale.


Cucchi/ Manconi: Cartelle cliniche Pertini forse manomesse
"E' una delle ipotesi a cui lavora la Procura"

Alcuni dei documenti redatti dal personale sanitario dell'ospedale Pertini potrebbero essere stati manomessi. E' una delle ipotesi su cui sta lavorando la Procura di Roma impegnata nelle indagini sulla vicenda della morte di Stefano Cucchi. A rivelarlo è stato Luigi Manconi, del comitato Verità e giustizia per Stefano Cucchi, in un incontro con la stampa in Senato, convocato dopo la consulenza tecnica richiesta dalla Procura sulla frattura alla vertebra lombare rilevata dall'autopsia. "Da più fonti affidabili - ha detto Manconi - ho conferma che la Procura stia lavorando all'ipotesi di una contestazione dei reati di falso materiale e falso ideologico a proposito delle cartelle cliniche del reparto detentivo del Pertini". "Abbiamo avuto conferma - ha aggiunto - che si sta lavorando all'ipotesi accusatoria che alcune cartelle non siano state rispettate nel loro contenuto originale, ma siano state modificate con un intervento esterno".

Virgilio 3 febbraio 2010


Caso Cucchi: Manconi, contestazioni sulle cartelle cliniche dell'ospedale Pertini

"Da più fonti affidabili ho la conferma che la Procura sta lavorando all'ipotesi di contestazione di reati di falso materiale e falso ideologico riguardo alle cartelle cliniche del reparto detentivo del Pertini in merito al caso Cucchi". Lo ha detto in una conferenza stampa al Senato, Luigi Manconi, del Comitato per la verità su Stefano Cucchi. Per Manconi l'ipotesi è che "le cartelle cliniche non siano state rispettate nella loro corretta compilazione" e "presenterebbero tracce di interventi da considerare frutto di reati".
l'Unione sarda
Mercoledì 03 febbraio 2010 15.11


Caso Cucchi, la Tac conferma le lesioni rilevate dall'autopsia
Il giorno dopo il reintegro dei tre medici del “Pertini”, la Tac conferma l’esito dell’autopsia eseguita sul corpo di Stefano Cucchi, il 31enne romano morto il 22 ottobre scorso all’ospedale romano, sei giorni dopo essere stato arrestato. Il referto parla di una frattura vertebrale e una lesione al coccige, mentre si esclude la frattura della mandibola.

I nuovi rilievi sono stati effettuati dopo la riesumazione del cadavere di Cucchi, pochi giorni fa, per completare il quadro degli accertamenti medico-legali dopo l'autopsia svolta poche ore la morte. Ora toccherà a un radiologo completare le analisi e redigere la relazione finale per dire se la morte possa essere giunta in consequenza di queste lesioni.

A tal proposito, in Procura si attendono gli esiti degli esami sulle macchie di sangue trovate sui pantaloni di Cucchi, svolti dall'ematologo Carla Vecchiotti. L'accertamento avrebbe evidenziato che si tratta del sangue di Cucchi e questo risultato, se confermato ai pm Vincenzo Barba e Francesca Loi, avvalorerebbe la testimonianza del detenuto gambiano che il 16 ottobre era, come Cucchi, in una cella di sicurezza al Palazzo di Giustizia. Questi riferì che il ragazzo aveva dolore a una gamba, indicandogli il punto preciso, che si muoveva a stento e zoppicava.

A breve i pm sentiranno anche un altro testimone: un detenuto marocchino che, in una lettera consegnata al senatore Idv Stefano Pedica, ha chiamato in causa i carabinieri a proposito del presunto pestaggio subito da Cucchi, scrivendo di averlo incontrato quando Cucchi era già in gravi condizioni. Il marocchino gli avrebbe chiesto esplicitamente se lo avessero picchiato. Ancor più esplicita la risposta di Cucchi: “'Mi hanno ammazzato di botte i carabinieri... Tutta la notte ho preso botte per un pezzo di fumo".

E' intenzione dell'avvocato Diego Perugini, che assiste la guardai carceraria Nicola Minichini, indagato con altri due agenti per omicidio preterintenzionale, che le dichiarazioni del testimone vengano raccolte in incidente probatorio per dare loro carattere di prova definitiva.
(03 febbraio 2010) la Repubblica


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