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Rotta verso casa



Sceneggiatura di Nat75




SCENA 1       AUTOSTRADA. EST./INT. NOTTE
E’ notte.  Piena autostrada. Davanti a noi c’è una lunga fila di automobili che si muove sempre più lentamente. Sorvoliamo l’intera fila sino ad arrivare al punto che l’ha generata.
Avvicinandoci all’origine, possiamo scorgere in lontananza due autobus della polizia parcheggiati di traverso che bloccano il passaggio, con i lampeggianti accesi.
A 20 o 30 metri di distanza dal blocco, da tre automobili disposte in formazione di triangolo attorno a una BMW nera escono pistole in mano a sei o sette persone, che bruscamente fanno scendere i due occupanti della BMW, poi, gettandoli a terra, li ammanettano con le mani dietro la schiena. 

In PP, il viso di un ragazzo sui venticinque anni, l’espressione assorta.

SCENA 2      CARCERE FORLI' INT. NOTTE

La visibilità minima non ci consente di capire dove ci troviamo. Dentro una stanza buia, un uomo si rigira molto agitato nel suo letto, fino a spalancare gli occhi e mettersi a sedere di sobbalzo ansimante e molto sudato.  Lo vediamo in PP: è il ragazzo della scena precedente.

HECTOR  (con un po’ di affanno)
Cazzo che sogno del cazzo!

Attimi dopo torna a sdraiarsi fissando il soffitto in pieno buio.
Dissolvenza.

SCENA 3      HOTEL AROSA INT. GIORNO
In sovrimpressione:
Domenica, 13 aprile. Madrid, due giorni prima.
Stanza buia. Luce verde che si accende a intermittenza da un cellulare riposto dentro ad una giacca, vibrazioni insistenti.
Una mano viene fuori da sotto le lenzuola e frugando dentro la tasca della giacca tira fuori il telefonino.

HECTOR
Chi è?

LO SPECIAL
Sono io, chi vuoi che sia?
Ma che fine hai fatto ieri sera?

HECTOR
Me ne sono andato via.

LO SPECIAL
Con Iris, la venezuelana?

HECTOR
L’ho accompagnata a casa sua.

LO SPECIAL
E basta?

HECTOR
E basta!

Breve silenzio da entrambi le parti.
LO SPECIAL
Mah… ci credo poco. (pausa)
È mezzogiorno, che si fa?

HECTOR
Ci vediamo a pranzo all’una e mezzo
al solito posto. Ciao.

HECTOR si alza e apre la finestra. La luce e i rumori invadono la camera. Appoggiandosi al davanzale, per dei secondi guarda in entrambe le direzioni, poi si sofferma su una folla di ragazzine all’entrata dell’edificio dinnanzi all’hotel, dove si trova la sede di una radio.
Accende la tv e poi afferra dal vassoio della colazione un bicchiere di spremuta d’arancia, va al bagno e prende la schiuma da barba per radersi.
Riflesso dentro lo specchio il suo sguardo si fissa sull’anulare sinistro, dove ancora si avvertono tracce di un anello rimosso da non molto tempo, e muta lentamente, sino a perdersi, diventando nostalgico e pensieroso.
Perché quello sguardo triste?

SCENA 4       RISTORANTE A PIAZZA COLON INT. GIORNO

La sala di un ristorante. Fa la sua entrata lo Special, all’anagrafe Marlon Lara, suo socio. Alto, bruno, con il pizzetto curato e ben vestito. Vede HECTOR Santa Cruz seduto al bancone che gusta un aperitivo, mentre conversa con una coppia di anziani.
Lo Special gli va incontro. Un caloroso abbraccio.
Hector cordialmente saluta l’anziana coppia, e mentre si dirige al tavolo fa segno al cameriere di addebitare tutto sul suo conto.

AL TAVOLO
Hector e lo Special sono ora seduti al tavolo. Il cameriere è su di loro..
Lo Special si fa serio in volto, rivolgendosi a Hector.

HECTOR
Paella per due. E il solito bianco.

Lo Special lo guarda serio in volto.

LO SPECIAL
Chiedimi che ore sono.

HECTOR (disorientato)
Come che ore sono?

LO SPECIAL (insistente)
Sì, chiedimi che ore sono!

HECTOR (con curiosità)
Ok, che ore sono?

Lo Special, allunga le braccia, tira su la manica della camicia e consulta pieno d’orgoglio il suo Rolex poi:

LO SPECIAL (con soddisfazione)
L’una e trentacinque.

Hector abbozza un mezzo sorriso

HECTOR (ironico)
Tu ci scherzi, ma secondo me quella
roba ti sta bruciando i neuroni.

I due si guardano e scoppiano a ridere, nel frattempo il cameriere apre la bottiglia di vino.

LO SPECIAL
Ma davvero con Iris non è successo niente?

HECTOR
Niente.

LO SPECIAL (incredulo)
Socio, ti voglio bene. Ma se mi dici queste cose… A me
non sarebbe successo, mi sa che non me la racconti giusta.

Lo guarda attentamente e subito dopo, come avesse avuto una rivelazione:

LO SPECIAL
Ah… ho capito. Scommetto che hai parlato con LUCY
prima di venire al locale, vero? Solo lei ti fa quell’effetto.

Hector l’osserva per qualche secondo scuotendo la testa in segno di disapprovazione.

HECTOR
Prima di venire al locale, dal ristorante ho chiamato casa
per parlare con i miei figli, e alla fine ho parlato anche con         lei.

Afferra la bottiglia di vino.
Lo Special lo guarda con attenzione aggrottando la fronte.

LO SPECIAL (molto interessato)
E come è andata questa volta?

HECTOR
Come è andata? Te lo lascio immaginare.
Vedi di stare attento se non vuoi finire come me.

Lo Special lo guarda, mentre Hector gli versa del vino nel bicchiere.
IN RALENTI, l’ultima goccia che oscilla sul collo della bottiglia. Sta per cadere…

STACCO SU

SCENA 5      FLASHBACK RISTORANTE SEGOVIA    INT. NOTTE

Alternata con

SCENA 6 FLASHBACK CASA LUCY  INT. GIORNO

In sovrimpressione:
Sabato, 12 aprile.  Madrid, tre giorni prima

La sala del Ristorante Segovia è piena di gente. Vediamo Hector mentre parla al telefono. Sorseggia un vino con la mano destra, mentre con l’altra tiene il telefono. La sua voce è bassa e molto rilassata.

HECTOR
Vengo…, se ti dico che vengo…

STACCO SU

LUCY è nel salotto di casa sua, distesa sul divano.

LUCY
Non dirgli che stai per venire se sai
che non è vero. Poi ci restano male”

HECTOR (v.o.)
Ma appena riesco a liberarmi è la prima
cosa che farò. Lo sai che è così.

LUCY (voce filtrata)
Certo! Quando ti avanzerà del tempo
immagino lo farai. Ma in quale anno?

STACCO SU

Hector si accomoda, come se fosse a disagio, sul divanetto del ristorante.

HECTOR  (scuote il capo in segno di disapprovazione)
Accidenti, Lucy... non me ne fai passare una.  Ho capito…
Ciao... ah! Vedi che domani ti faccio fare un bonifico…

Non riesce a finire la frase che viene interrotto bruscamente.

LUCY (v.o.)
Già, tu con quello sistemi tutto, vero?
Un bonifico ed è tutto a posto. Non cambi mai!”

HECTOR (ammorbidisce la voce)
Lo sai che ti amo, vero?

STACCO SU

LUCY resta ferma e in silenzio, mentre si passa le dita tra i capelli poi:

LUCY
A me? No grazie… io ho già dato.
A un’altra quel castigo.

Il PP di Lucy. Un lungo silenzio da entrambi le parti.

STACCO SU

Il PP di Hector. Il rumore di Lucy che chiude il telefono
Hector resta immobile per qualche secondo, poi il suo cellulare inizia a vibrare.
È lo Special.
HECTOR (rapido)
Dimmi tutto...

STACCO SU

SCENA 7            FLASHBACK INT. NOTTE  DISCOTECA EMPIRE

Lo Special parla dall’ufficio della discoteca Empire.

LO SPECIAL
Manchi solo te, che fine hai fatto?

STACCO SU

Sul divanetto del ristorante, il PP di Hector: assente, è ancora preso dalla conversazione con la sua ex.

LUCY (v.o.)
…non cambi mai!

STACCO SU

Lo Special è impaziente.

LO SPECIAL (tono deciso)
Ma mi stai a sentire?!

HECTOR (mentendo, v.o.)
Sì sì, ti ho capito.

LO SPECIAL (complice)
Vedi che Iris mi ha chiesto già due volte se verrai.
Che faccio con lei? Che le dico?

STACCO SU

Hector esita. Poi:
HECTOR
Prendile una bottiglia, e mettila nel privé,
io tra un po’ arrivo.


SCENA 8            RISTORANTE PIAZZA COLON   INT. GIORNO

Hector ferma al volo, con stile, l’ultima goccia sul collo della bottiglia di vino, evitando che cada sulla tovaglia.

LO SPECIAL
Non mi pare che te la passi così male socio,
Io invece mi sto già rompendo le palle con lei. Se non fosse         per mia figlia… Mi sa che tra un po’ torno sul mercato             anch’io.

Hector prende il bicchiere di vino e mentre lo fissa facendolo ondeggiare.

HECTOR (con un’aria nostalgica)
Fai un po’ come ti pare. Non è la stessa cosa starsene
in giro la notte sapendo che c’è chi ti aspetta,
a starsene in giro e basta.

I due bevono contemporaneamente, poi:

LO SPECIAL
Accidenti! Dopo questo discorso
mi hai fatto venire voglia di risposarmi.

Ribatte prendendosi gioco di lui.

HECTOR (un po’ infastidito taglia corto)
Ma vai a cagare. Comunque, vedi che c’è un
cambiamento nei piani.
Io vado con Fabrizio, e te con l’aereo.
Sono un po’ stressato, mi voglio rilassare un attimo.

Lo Special cambia espressione, adesso non ride più.

LO SPECIAL  (visibilmente seccato)
Come l’aereo? A me non va di andare in aereo,
lo sai che non mi piace l’aereo. Casomai, andiamo insieme.

Hector ripone le posate sul tavolo e dopo essersi passato il tovagliolo sulle labbra.

HECTOR
Ma certo, io e te insieme nello stesso posto, così, se qualche         cosa va storto, lasciamo le nostre famiglie nella merda.   


SCENA 9         CASA D’APPOGGIO  INT. GIORNO

Spike è seduto in salotto che impartisce delle istruzioni. Fabrizio, Marco e Luca lo ascoltano con attenzione.

SPIKE
….per il resto è come sempre. Io e Marco andremo davanti a         5 o 6  chilometri di distanza, per ogni evenienza.

LUCA
Ma che facciamo. Passiamo da dentro o dalla scogliera?

SPIKE  (guardando Luca con sicurezza)
La frontiera con la Francia, la passiamo dalla scogliera. L’ho         fatta ricontrollare due volte, ed è tutto a posto. Poi per quello         che riguarda l’Italia, a seconda dell’orario si vedrà.

FABRIZIO
Io e lo Special stiamo con voi fino ad arrivare in Italia, poi         allunghiamo per Roma.

SCENA 10        STRADA CASA D’APPOGGIO EST. GIORNO

Un’auto si ferma davanti all’edificio.

SCENA 11        CASA D’APPOGGIO INT. GIORNO

Spike si avvicina alla finestra per vedere di chi si tratta. Attraverso la finestra, vediamo che dal suo interno escono due uomini. Sono HECTOR e LO SPECIAL.

SCENA 12         PIANEROTTOLO CASA D’APPOGGIO INT. GIORNO

Sono fermi al pianerottolo davanti alla porta. HECTOR bussa.

LO SPECIAL (toccandosi lo stomaco)
Accidenti come mi sento pieno!

HECTOR (guardandogli la pancia)
Pieno? È normale, guarda che roba, bevi e mangi come un         condannato a morte.

SCENA 13         CASA D’APPOGGIO  INT. GIORNO

All’interno Luca rapidamente si dirige verso il salotto e toglie dal tavolo il piatto dove attimi prima era riposta una carta di credito con una banconota arrotolata, nel frattempo Spike apre la porta.

LO SPECIAL
Era ora, cominciavo a credere che dormivate.

Hector entra. A Fabrizio:
HECTOR
Vedi che vengo io con te, lo Special prende l’aereo al posto         mio, per il resto è come organizzato da Spike, non cambia         nulla.

LO SPECIAL (appena polemico)
Scommetto che ti fermerai in quel ristorantino
vicino a Perpignano?

Hector gli si avvicina e dandogli una spallata cameratesca sorridendo.

HECTOR
E che vuoi che digiuno?

SPIKE (ammicca)
Senti un po’, ma stanotte hai colpito con la venezuelana eh?
A una cert’ora siete spariti tutte e due senza neanche                 salutare.

Lo Special guarda Spike e poi entrambi HECTOR, e lo attacca..

LO SPECIAL (rincara la dose)
Ancora insisti che l’hai portata solo a casa?

HECTOR (fingendosi toccato)
Sono venuto all’Empire solo perché era
il tuo compleanno, e ci sono rimasto pure troppo.

Poi avvicinandosi allo Special e abbassando la voce come a minacciarlo.

HECTOR
Piuttosto, parliamo di cose serie, non fare che
te ne vai in giro tutta la notte e poi….
Domani, cascasse l’aereo, devi essere a Roma.


SCENA 14      STRADA/TAXI EST/INT GIORNO

Hector è in taxi. Guarda l’orologio. Forma un numero al cellulare.

SCENA 15         GIARDINO CASA REP. DOM. EST. GIORNO

In giardino suona il cordless. Lucy è sdraiata a leggere sopra ad un’amaca.
Fa per alzarsi, ma il figlio Andrea la precede e risponde..

ANDREA (entusiasta)
Ciao papà, come stai?

STACCO SU

Nel taxi Hector si accomoda meglio per parlare con il figlio.

HECTOR (con voce calda)
A bello di papà, che stai  facendo?

STACCO SU

Giardino. Andrea si allontana dalla madre che resta a guardarlo, poi, abbassando la voce per non farsi sentire.

ANDREA (guardando la madre a distanza)
Mamma non me l’ha ancora comprata la playstation.
Quando me la compra?

STACCO SU

Nel taxi Hector abbozza un sorriso.

HECTOR
Dopo le dico di andartela a prendere.
Tua sorella?

ANDREA (v.o.)
È con nonna al supermercato.

STACCO SU

Nel giardino di Lucy intanto, sono arrivati i cugini e la zia. Andrea vedendoli taglia corto.

ANDREA
È arrivata zia, devo andare con lei al mare,
ciao papà.

HECTOR (v.o.)
Mi raccomando fai il bravo.

L’ex moglie mentre afferra il telefono dal figlio.

LUCY (secca e distaccata)
Sì, dimmi?

STACCO SU

Nel taxi.
HECTOR (scocciato e deluso)
Come, sì dimmi? Potresti dire pronto?
Come va? Come stai?

LUCY (frettolosamente v.o.)
Dai Hector, ché ho da fare, che c’è?

Quel suo modo di fare gli dà i nervi.

HECTOR (scorato)
Niente! Dì alla bimba che più tardi la richiamo.

Mentre il taxi inizia a rallentare la sua corsa per fermarsi davanti l’hotel, lei gli tira un’ultima punzecchiata.

STACCO SU

Nel giardino.
LUCY
Mah… se lo dici te!

STACCO SU

Nel taxi, non appena sente quella frase acida e sarcastica, Hector con il palmo della mano si batte sopra il ginocchio.

HECTOR
Quando fai così non ti sopporto proprio.

Il taxi si è fermato, lui chiude il telefono senza neanche salutare, scende sbattendo la porta.

SCENA 16        HOTEL INT. GIORNO

Una stanza d’albergo. Hector è di spalle, mentre ripone dentro ad una valigia le sue cose.
D’un tratto, dentro il comodino intravede qualcosa, e lo apre.
In DETTAGLIO, un simpatico elastico per capelli rosa bordato. Lo prende tra le mani e se lo porta al naso. Si siede sul bordo del letto e lo annusa con lo sguardo assente, come preso da un ricordo.

STACCO SU

SCENA 17        FLASHBACK DISCOTECA EMPIRE EST. NOTTE

In sovrimpressione:
Sabato, 12 aprile.  Madrid, tre giorni prima.
L’ingresso della discoteca è presidiato da una ventina di persone che aspettano per entrare. Una Mercedes si ferma lì davanti.
Hector scendere e va verso l’entrata. Viene subito riconosciuto e fatto entrare.

SCENA 18              FLASHBACK DISCOTECA AMBIENTI VARI INT. NOTTE

Nella sala privata. All’interno ci sono i suoi amici, e in disparte in un salottino non lontano da loro anche Iris, che seduta da sola sorseggia una coppa di champagne.
I suoi compagni sono tutti lì che ballano in buona compagnia e appena lo vedono lo salutano, lui contraccambia e si dirige verso Lo Special che si trova avvinghiato con una ragazza. Dà un rapido sguardo al tavolo dove, tra le bottiglie di whisky e i bicchieri, sopra un piccolo vassoio argentato vi è della cocaina e una carta di credito.
I loro sguardi si incrociano. Lo Special allontana la ragazza e si alza a braccia aperte.

LO SPECIAL
Finalmente sei arrivato.

Hector sorride e ricambia l’abbraccio.

HECTOR
Manca ancora mezz’ora, sono in anticipo.
E Marta perché non è qui?

Lo guarda per un attimo poi:

LO SPECIAL
Macché Marta! Lo sai che è una scassa palle,
gli auguri me li farà domani.
Ho fatto venire Ingrid con le amiche. Iris te l’ho piazzata
là sorvegliata a vista, vedi? Ho tutto sotto controllo.

Spike si avvicina e appoggiando una mano sulla spalla di Hector sorridendogli.

SPIKE
Tutto a posto?

Hector lo guarda molto seccato, indicandogli il vassoio.

HECTOR (duro)
Non lo so, dimmelo te se è tutto a posto.
Vedi di farlo sparire.

Iris in lontananza gli sorride, si sta per alzare per andargli incontro, ma lui con la mano le fa cenno di aspettare.
Hector chiama in disparte la ragazza che sta con lo Special.

HECTOR  (poggiandole la mano sul fianco)
Ciao Ingrid, chi sono queste?

INGRID (guardandolo negli occhi)
Tranquillo Hector, quella bionda è mia cugina, e le altre due         le conosco da anni, sono di Calì come me.

HECTOR
Gli hai spiegato come funziona, immagino?
Lo sai che non voglio commentari in giro.

INGRID
Sono ragazze cresciute nell’ambiente, sanno come funziona,         stai tranquillo, lo sai che di me ti puoi sempre fidare.

Si allontana andando verso Iris.
Mentre le si avvicina cercando di non farsi notare, estrae una banconota da 100 euro e la passa rapidamente al buttafuori che lo Special le ha messo accanto.
Hector arriva al tavolo di Iris.

IRIS (con ironia)
Finalmente, credevo ti fossi perso.

Lui le sorride e mentre lei si alza per salutarlo le prende la mano e la fa roteare.
Lei ha un abito da sera rosso che le lascia scoperta la schiena, e che ci regala nel dettaglio la sinuosità delle sue generose curve.

HECTOR (molto compiaciuto)
Sei così bella che fai male.

Lei gli si avvicina.

IRIS (a voce bassa)
Marlon mi ha detto che tu gli hai detto di mettermi qui e di         non muovermi, e ha fatto mettere lì quel tipo strano a             sorvegliarmi.

HECTOR (si fa una risata)
Accidenti! Se la metti così sembra
tu stia parlando di un sequestro di persona.

Hector guarda l’orologio. Mancano dieci minuti alla mezzanotte. Un uomo sui cinquanta anni, si affaccia nel privè salutando un po’ tutti, poi guarda Hector e si incammina verso lui.
Hector mentre si alza gli indica l’ufficio, ma Iris lo trattiene per un braccio.

IRIS (con voce bassa e delicata)
Non mi lasciare qui da sola.

Hector invita l’uomo a sedersi.

HECTOR (con una certa impazienza)
Dai Antonio, fammelo vedere.

ANTONIO    
Eccolo qua! Non è stato facile trovarlo.

Estrae un cofanetto dalla giacca e glielo passa, e mentre Hector lo apre, Iris si lascia sfuggire:

IRIS (sorpresa)
Che bell’orologio. È un Rolex vero?

Lui seccato lo richiude senza risponderle.
Scoccata la mezzanotte. Sopraggiunge Spike, e dietro a lui camerieri con bottiglie di champagne e una grossa torta.
Stanno tutti intorno allo Special. Hector si alza e gli va incontro a braccetto con Iris.

STACCO SU

STESSO AMBIENTE  L’una.
Gli avanzi della torta. Le bottiglie svuotate. Il vociferare è aumentato, la musica è più alta.
Hector e lo Special si abbracciano calorosamente. Hector gli tende la scatola col regalo:

HECTOR (affettuosamente)
Tieni stronzetto, ho girato come un matto per trovartelo.

I due si guardano e sorridono poi:

HECTOR
Lo sai che dovrebbe esserci tua moglie qui con te,
e non queste  zoccolette vero?

LO SPECIAL (visibilmente alticcio)
Lo so, e ti prometto che il prossimo anno
invitiamo anche lei.

Mentre lo Special apre il suo regalo, Iris si avvicina a Hector. Lui le afferra la mano e la tira a sé.
Le sfiora le labbra rubandole un bacio.

STACCO SU

STESSO AMBIENTE  Le tre.
Hector e Iris sono di nuovo seduti. Lei gli è vicina e lo tiene per mano.

IRIS (guardandolo negli occhi)
Perché mi hai baciata prima?

HECTOR
Non lo so. Mi è venuto così. Non dovevo?

Iris gli sorride. Lui afferrandole delicatamente il mento la bacia.
La notte corre via spensierata, fino a che.

IRIS (scrutandolo)
Perché non parli mai di te?

HECTOR (cambia il tono e guarda altrove)
Non c’è un granché da dire, è una storia come tante,
e poi e più leale farsi conoscere che raccontarsi, no?

Lei gli stringe la mano, e dolcemente gli sorride, probabilmente ha capito il suo tentativo di sottrarsi, ma le va di osare.

IRIS
Beh, potresti iniziare col dirmi a cosa ti dedichi, che lavoro         fai? Stappi bottiglie da 300 euro, regali Rolex, giri in             Mercedes. Immagino tu faccia un bel lavoro.

HECTOR (con velata ironia)
Se tu non fossi così bella, con tutte queste domande
penserei che sei della D.E.A.

Legge tra le righe e finge un sorriso. Si è spinta troppo oltre. Ora tra i due si erge il silenzio.
Poco dopo aver guardato l’orologio.

HECTOR (fingendosi dispiaciuto)
Mi devi scusare, ma da stamattina ho un mal di testa…
credevo mi fosse passato, invece mi è tornato più forte di         prima.

IRIS
Non mi dirai che te ne vuoi andare? Sei appena arrivato.

Nel frattempo che lui fa chiamare il direttore del locale la vediamo prendergli la mano e avvicinarsi a lui restando in silenzio. Ormai il danno è fatto. Quando arriva il direttore.

HECTOR
Sono 1.500 euro, quello che manca mettilo sul mio conto.
La serata la pago io.

Mentre tutti si divertono l’espressione di lei è cambiata completamente. Si è fatta cupa e ad un tratto rivolgendosi a lui:

IRIS (molto sicura di sé)
Ti ho aspettato qui tutta la serata, e adesso fai l’offeso e te ne         vai. Non mi sembra molto carino da parte tua.

Subito dopo prende la sua borsetta e si alza. Lui per un attimo l’afferra per il braccio, lei si volta.

IRIS (molto seccata)
Vado un attimo in bagno.

Lui sorpreso accusa il colpo, e facendo un gesto con il capo invita Raul (il buttafuori) ad accompagnarla.

BAGNO EMPIRE

Raul è fermo all’entrata del bagno.
Lei è dentro davanti allo specchio e si guarda attentamente per dei minuti, poi come destandosi da un pensiero, fa un lungo respiro si riavvia i capelli ed esce dal bagno, e sempre scortata da Raul, si incammina verso il tavolo.

SCENA 19          FLASHBACK DISCOTECA EMPIRE INT NOTTE

Iris torna dal bagno.

HECTOR
È tutto a posto?”

IRIS (ripreso il controllo)
Certamente! Perché non dovrebbe esserlo?

Hector chiama il cameriere e ordina per lei un’altra bottiglia. Ma lei lo ferma.

IRIS
Se è per me lascia stare. Per cosa? Per berla da sola. A             questo punto me ne vado anch’io.

SCENA 20            DISCOTECA EMPIRE FLASH BACK INT NOTTE

Sono fuori dal locale. Iris si fa chiamare un taxi.
Cinque secondi di imbarazzo e l’auto arriva.
Iris con un sorriso forzato gli dà un bacio mentre lui le apre la portiera, a allunga una banconota da 100 al tassista.
Lei lo guarda stupita e sbotta:

IRIS (offesa)
Guarda che vengo sempre in taxi, e sempre me lo pago da         sola. Non puoi sistemare tutto con i soldi.

Lui è visibilmente in imbarazzo, mima un sorriso. Quelle parole colpiscono il bersaglio.
Allora apre lo sportello, e si siede accanto a lei.

SCENA 21          FLASHBACK TAXI INT. NOTTE

La guarda negli occhi.
HECTOR
Non volevo mancarti di rispetto.
E se adesso te ne vai credendo questo mi fai male.

IRIS (con tono basso)
Cos’altro dovrei credere, è tutta la sera che ti vedo sistemare
le cose a forza di 100 euro. E adesso stai facendo lo stesso         con me.

HECTOR (è visibilmente dispiaciuto)
Senti… può darsi che io non sia un granché, ma non sono         neppure così bastardo.
Ho mille difetti, ma quando sbaglio so chiedere scusa. Ed è         quello che sto facendo in questo momento. Perciò scendi che         ti accompagno io a casa. Discorso chiuso!

SCENA 22 FLASHBACK AUTO INT./EST. NOTTE
È notte fonda. Di recente ha piovuto, l’asfalto è ancora bagnato e la città semi deserta, con le sue luci accese ha una tonalità nostalgica. Hector è alla guida, stanno per arrivare a casa di lei, oramai gli animi si sono calmati.

HECTOR (voce bassa)
Mi dispiace di averti rovinato la serata, non era mia             intenzione, ultimamente non so essere di gran compagnia.

Subito dopo assumendo una comica espressione affranta.

HECTOR
Comunque adesso mi fa male per davvero la testa.

L’auto si ferma dinnanzi al cancello della casa di lei, lui le prende la mano per darle un bacio ma lei la ritira prontamente.

IRIS (ridacchiando)
In ogni modo, non sono stupida, l’ho capito che sei un             gangster.

Breve silenzio. Lui si sforza per non ridere.

HECTOR
Gangster? Mi sa che guardi troppa TV.
Che ne sa una ragazza carina come te di quella gentaccia.

IRIS (con innocenza)
Mio zio là in Venezuela è un gangster,
e per questo mio padre da anni non gli rivolge più la parola.

Lui le sorride e la guarda incuriosito.

HECTOR
Allora se io lo fossi, non credi che a tuo padre
non farebbe piacere saperti qui in macchina
con un pericoloso gangster alle 3 del mattino?

IRIS
Ho detto che sei un gangster, non che sei pericoloso.

HECTOR (fingendosi offeso)
Ah! Quindi oltre a essere un gangster, sarei un gangster da         barzelletta, poco credibile. Non so per quale dei due aspetti         offendermi di più.

Iris ride. Poi scende senza parlare.

Nell’auto, il PP di Hector.
Il portone della villa. Il rumore sordo del motore dell’auto, fermo.
Il portone si apre. Ne esce Iris, fuori completamente cambiata: indossa dei jeans, una giacca in pelle nera e i capelli sono raccolti da un elastico rosa.
Monta nell’auto e si allontanano.

SCENA 23             FLASHBACK HOTEL AROSA INT./GIORNO

In sovrimpressione:
Domenica 13, Aprile Madrid.
Ripetutamente bussano alla porta, poi una voce di donna.

IRIS (con voce assonnata.)
Sì, chi è?

CAMERIERE (v.o.)
Sono il cameriere, ho portato la colazione.
Sono le 10:00.

IRIS (con agitazione)
Hector... Hector... accidenti! È ora, devo andare, mia madre         mi aspetta.

HECTOR
Ma dove vuoi andare, resta qui. Da tua madre
ci vai dopo pranzo dai...

IRIS
Te l’ho detto che devo accompagnarla
in città a mezzogiorno.

Dopo essersi messa l’accappatoio apre la porta, e prende il vassoio della colazione, poi va verso di lui e sedendosi al suo fianco lo vediamo afferrarla e portarla a sé.

HECTOR
Hai detto che sono le dieci, perciò volendo …

Mentre le parla le fa il solletico e le toglie l’accappatoio.

IRIS
È tardi, non posso, non posso, devo andare.

E tra una carezza e l’altra si ritrovano a far l’amore di prima mattina.

SCENA 24           HOTEL AROSA INT./GIORNO

Vibrazione di cellulare. Hector ha un sobbalzo poi estrae il telefono dalla tasca, guarda il display: è Antonio.

HECTOR
Hai già fatto?

ANTONIO
Sì è tutto a posto, i 15.000 dollari li ho spediti, senti, ci             sarebbero da rinnovare gli affitti della Mercedes e dei             garage, che faccio?

Mentre parla al telefono si ripone l’oggetto appena trovato dentro
la tasca della sua giacca, e afferra la sua valigia.

HECTOR (ci pensa su, poi molto seccato)
La macchina riportala indietro, per il resto lo sai quello che         devi fare, non mi devi domandare queste cose. Ciao.

SCENA 25            CASA D’APPOGGIO  INT. GIORNO

Seduti attorno al tavolo lo Special e Spike si passano una canna, Luca e Karen (la sua ragazza) compaiono con delle borse contenenti i loro indumenti, le posano e a loro volta si fanno passare la canna.
Squilla il telefono dello Special. Risponde.

HECTOR (voce bassa e filtrata)
Quando vi pare io già sto qua sotto.

Lo Special chiude il telefono e guarda i ragazzi.

SCENA 26          STRADA EST. GIORNO

Spyke è seduto nella sua auto con Marco.

SPIKE (accendendosi una sigaretta)
Da qui a Rimini sono circa 1600 km.
Facciamo come sempre metà per uno?

MARCO
Ok, va bene.

Luca e Karen arrivano abbordo di un Suv nero. Si fermano accanto alla macchina di Spike.
Fabrizio avvicinandosi a Spike:

FABRIZIO (rivolgendosi a Spike)
Te quando ci raggiungi a Roma?

SPIKE
Una volta a Rimini, dopo aver scaricato e sistemato le cose             (pausa)
Penso che… il giorno dopo sarò là.

STACCO SU

SCENA 27         STRADA EST. GIORNO

Lo Special parla con Hector mentre sta riponendo la sua valigia nel bagagliaio di una BMW nera.

LO SPECIAL
Allora…, una volta arrivato non chiamo nessuno,
aspetto te per vedere a quelli.

HECTOR
Sì, è meglio che ci sia io presente.
Mi raccomando, non fare scherzi, ci vediamo a Roma.

LO SPECIAL
Tranquillo ci sarò.
Non avrai paura che mi perda?

Hector e lo Special si salutano con un abbraccio mentre Fabrizio entrato in auto accende il motore e gli passa uno dei telefoni nuovi, dopodiché salgono sulle auto e partono.

SCENA 28        AMBIENTI VARI EST./INT. SERA

Ore dopo è scesa la sera. Sono fermi ad un Autogrill. Fabrizio, dopo aver riempito il serbatoio, compera delle birre. Uscendo dal bagno Hector si ferma davanti a uno scaffale pieno di CD. e ne sceglie due, poi dirigendosi verso la cassa istintivamente afferra un paio di maschere di ceramica, Fabrizio lo guarda sconcertato.

FABRIZIO (con stupore)
Che ci devi fare con quelle?

Hector, mentre paga, sembra pensarci per un attimo.

HECTOR
Una vecchia abitudine che mi ha lasciato la mia ex,
ormai le ho prese, gliele darò quando la rivedo.

Uscito dall’autogrill tira fuori il telefono personale, e verifica se ci sono messaggi, dopodiché prova a telefonare. Fabrizio lo guarda e lui gli fa cenno di aspettare. Passati un paio di minuti rinuncia, e ripartono.

SCENA 29        AUTO INT. SERA

Fabrizio, dopo aver dato un sorso di birra.

FABRIZIO
Ma ieri con la venezuelana com’è andata a finire?
Quando non ti abbiamo più visto pensavamo che te l’eri         portata via.

Hector accenna un sorriso.

HECTOR
Niente di che, mi sono stufato e
l’ho accompagnata a casa sua.

Fabrizio lo guarda con ammirazione e subito dopo.

FABRIZIO
Sei proprio un grande!

Hector guarda altrove, forse ripensando a quella notte.

HECTOR
Ma quale grande! Aveva cominciato a fare discorsi strani
e alla fine è riuscita a farmi stranire pure a me.

Fabrizio lo guarda più volte.
FABRIZIO
Come stranire? In che senso?

Hector si volta a guardarlo e aggiunge.

HECTOR
Ha cominciato a fare le solite domande del cazzo: che fai,
come lo fai, che bella auto. Così mi ha smontato e ho
lasciato perdere. Tutto qui.

Fabrizio annuisce con la testa sforzandosi di capire, ma non convinto.

FABRIZIO (dispiaciuto)
Capisco, però scusa se te lo dico, minimo
una notte la meritava tutta.

I due restano in silenzio, mentre dallo specchietto retrovisore vediamo affievolire le luci della città di Saragoza che spariscono in lontananza.

HECTOR
Se domani lo Special si addormenta e non  prende                 quell’aereo, stavolta mi incazzo per davvero.

Fabrizio abbassando la radio.

FABRIZIO
Non sono mai riuscito a capire perché lo hai chiamato Lo             Special

Ripensare a quell’occasione gli provoca un sorriso quasi impercettibile.

HECTOR
È stato anni fa. Quando stavo per lasciare gli affari per
andarmene a lavorare con mio suocero in Sardegna.

FABRIZIO (scandalizzato)
A fare?

Lo interrompe Fabrizio con tono incredulo

HECTOR
Mio suocero è chef in un villaggio turistico da quelle parti,
e per far contenta mia moglie, avevo deciso di sparire dalla             circolazione e dargliela vinta, e quella era l’occasione.

FABRIZIO
Tu a lavorare in una cucina?
Scusami ma non ti ci vedo proprio.

Nel frattempo si accorgono di aver raggiunto l’auto guidata da Luca, e decidono di sorpassarla per raggiungere Spike.
Hector nuovamente prende il telefono, digita un numero e resta in attesa per dei lunghi secondi.


HECTOR (sbuffa)
Mica risponde questo cretino

Breve silenzio.
HECTOR
Insomma, avevo deciso di fare questa cosa con mio suocero,             quando scoppia un casino per certa merce tagliata. La colpa             era del fratello di un amico. A questo amico dovevo un                 favore, e lui mi chiese di togliere suo fratello dai guai. Così             mi mandò in Italia una persona di sua fiducia.

FABRIZIO (visibilmente coinvolto)
E qui entra in scena Marlon?

HECTOR
Lo Special, esatto!

FABRIZIO (confuso)
E che centrava Marlon in quel casino?

HECTOR (con calma)
Tutti sapevano che lavorava per l’amico mio, perciò essendo             sul posto, faceva capire l’interessamento da parte del mio             amico, affinché tutto si risolvesse nel migliore dei modi.

FABRIZIO
Una specie di garante insomma?

HECTOR
Qualcosa di simile più o meno.
Arriva e mi manda il campione della merce
dicendomi che è una cosa very special.”

Fabrizio scoppia in una risata sempre più forte, mentre a Hector arriva un SMS sul telefono nuovo, guardando nel display ci leggiamo: non ti vedo ?

FABRIZIO (curioso)
Chi era?

HECTOR
Spike. Ormai starà entrando in Francia.

Hector appena lo legge risponde al messaggio con un altro: Voltati.
Dopodiché prosegue:

HECTOR
Insomma, per farla breve, era tutta robaccia. Ma lui aveva             detto che era very special

Le risate di Fabrizio sovrastano la melodia che esce dalla radio. Hector beve dal barattolo di birra.

FABRIZIO
E con tuo suocero e tua moglie invece come è finita?

Cambiando rapidamente espressione.

HECTOR (dispiaciuto)
Con mio suocero mi sono dovuto inventare una scusa,                 mentre la mia ex è ancora convinta che stavo prendendo tutti             per il culo, e questo è quello che più mi fa incazzare, perché             se non succedeva quel casino ci sarei andato.

FABRIZIO
E sistemate le cose perché non sei partito?

Pausa pensierosa.

HECTOR (tutto d’un fiato)
Ho impiegato una decina di giorni a sistemare tutto.
C’ho pure guadagnato 23 milioni che ho spartito con lo                 Special. Nel frattempo si sono creati altri compromessi,                 abbiamo collegato le sue conoscenze alle mie, siamo                 diventati amici, l’ho presentato Marta, si sono messi                 insieme, è nata la mia figlioccia, ed eccoci qua.

SCENA 30       PASSO DI FRONTIERA EST. SERA

Notte. Una stradina stretta e buia scorre di lato sopra ad una scogliera, nella sua cima più alta c’è una piazzetta in cui si vedono due cabine abbandonate in disuso che capiamo, dalle indicazioni circostanti, essere della polizia di frontiera. Con un intervallo approssimato di cinque minuti, passano e tre automobili.

SCENA 31         RISTORANTE VARI EST/INT. SERA

In sovrimpressione:
Francia ristorante nei pressi di Perpignano.

Sono tutti seduti ad un tavolo. C’è un posto libero. Quello di Hector. Lo cerchiamo. Attraverso una grande porta scorrevole che separa la sala dalla terrazza, lo sentiamo ridere, e lo vediamo, parla al telefono con l’ex moglie

LUCY (v.o.)
Ha nuotato e giocato tutto il giorno, e adesso è cascato
esausto sul letto, si è addormentato subito.

HECTOR
Domani vagli a prendere la Playstation,
è un mese che me la chiede.

Hector si incammina verso l’entrata della sala.

HECTOR
Ci vai?

LUCY (v.o. perplessa)
Va bene, domani gliela compro.

HECTOR
Di' a Natalia che è già la seconda volta che chiamo e
non la trovo, se posso la richiamo.

SCENA 32        RISTORANTE INT. SERA

La cena è finita. Si è fatto tardi. Hector sorseggia un ultimo cognac. Guarda l’orologio. Uno sguardo alla terrazza.

SCENA 33         HOTEL INT. NOTTE

Hector ha finito di farsi la doccia si lascia cadere sul letto e afferra il suo cellulare, attimi dopo.

HECTOR  (caldamente)
Amore…

NATALIA (v. o.)
Ciao papà.

HECTOR
È tutto il giorno che ti cerco…

NATALIA (v.o.)
Lo so, mamma me l’ha detto, ma sono stata con nonna
perché non mi hai chiamato da lei?

HECTOR
Hai ragione, non c’ho pensato.

NATALIA (v.o.)
Guarda che tra un mese faccio nove anni. Ci sarai?

HECTOR
Lo sai che ci sarò. Che domande mi fai? Ci sono sempre             stato.

Ha una smorfia mista di triste-stupore, il dubbio della figlia lo ferisce.

HECTOR
Cosa vuoi che ti regali per il compleanno?

NATALIA(v.o.)
Quello che vuoi, va bene tutto.

HECTOR
Eh ma se non mi dici cosa vuoi, e poi non ti piace
quello che ti porto?

NATALIA (v.o.)
Non importa, fai te. Quello che vuoi.
Silenzio di Hector.

NATALIA (v.o.)
Buona notte pa’.

HECTOR  (con voce calda e nostalgica)
Ciao amore.

Poco prima di addormentarsi resta a fissare il cielo stellato come intrappolato in un pensiero.

STACCO SU

STESSO AMBIENTE
Hector dorme. Al di sotto delle sue palpebre chiuse, gli occhi fanno movimenti rapidi, repentini.
Sogna.

SCENA 34           SOGNO HECTOR CASA REP. DOM. INT. SERA

La casa di Lucy.
Lucy, col vassoio della colazione, arriva davanti a una porta chiusa, che apre con il gomito.
Entrata nella stanza. Posa il vassoio sopra ad un tavolo, apre le tende e spalanca le finestre.

LUCY
Dai Hector, amore svegliati.

HECTOR
E chi dorme! Con il casino che stanno facendo qua sotto.

Si rigira dentro il letto, nel frattempo Lucy gli avvicina il vassoio. La porta si apre e vediamo entrare i suoi figli insieme a due loro cugini, si buttano sopra al letto e cominciano a ridere e scherzare mentre prendono dal vassoio un po’ di tutto quello che trovano.
Incrociando lo sguardo della moglie li vediamo sorridersi mentre lui rapidamente l’afferra e la tira a sé facendola franare sul letto.
In lontananza si sente un suono che si ripete e che si fa di volta in volta sempre più forte e insistente.
È un telefono.

SCENA 35 HOTEL INT. GIORNO
In sovraimpressione:
Lunedì 14 Aprile, Francia hotel nei pressi di Perpignano 10:30.

Il telefono squilla. Il sole riempie la stanza.
Hector si gira lentamente e allunga la mano e prende la cornetta.

HECTOR (assonnato)
Che ore sono?

FABRIZIO.
Le 11:30

HECTOR (sorpreso)
Porca miseria. (silenzio)
Faccio una doccia e scendo.

Prende l’accappatoio gettato a terra e se lo infila.
Esce sul terrazzo. Respira intensamente quell’aria nuova e fresca, una, due, tre volte, mentre osserva qualche barca che si perde all’orizzonte.
Ha una luce nuova negli occhi.

SCENA 36           BAR HOTEL INT. GIORNO

Dentro al bar, Spike sorseggia un caffè. HECTOR appena arriva chiede una spremuta d’arancia, e prende due tramezzini, Fabrizio gli va incontro.

FABRIZIO
Allora? Come hai dormito?

Hector lo guarda. Dà un morso al tramezzino.

HECTOR
Bene fino a che hai telefonato. Stavo a sognare che ero a             casa mia, nel mio letto con mia moglie, i miei figli. Stavo da             Dio fino a che sei venuto te con quel cazzo di telefono.

Hector si guarda intorno

HECTOR
Comunque adesso ho deciso!

Dice avvicinandosi e abbassando la voce.

HECTOR
Finito questo giro tra settantadue ore starò sotto il sole dei             Caraibi dai miei. Non me ne frega più un cazzo! Vi mollo             tutti. Ormai siete grandi.

Fabrizio lo guarda meravigliato.

FABRIZIO (con ironia)
Aspetta che glielo dici allo Special. Come minimo
gli piglia un colpo.

Hector rivolgendosi a Spike:

HECTOR
Vista l’ora partiamo dopo pranzo? Che ne dici

SPIKE
Va benissimo, così poi facciamo tutta una tirata.

Escono dall’hotel e camminano per il porticciolo.

SCENA 37          AUTO INT. POMERIGGIO/SERA

Qualche ora dopo stanno viaggiando verso l’Italia, a un certo punto.

HECTOR
Fammi telefonare a quello là, (riferito allo Special) voglio
essere sicuro che sia arrivato.

Prova varie volte ma questo ha il telefono spento, la cosa lo infastidisce parecchio.

SEGRETERIA (voce filtrata)
Telecom Italia, informazione gratuita…

HECTOR (alterato)
Quanto mi fa incazzare questa vocina!

Silenzio. Hector guardando fuori dal finestrino sembra ipnotizzato.

HECTOR
Vedrai la faccia che fa quando gli dico
che chiudo bottega, e me ne vado.

Fabrizio lo guarda incredulo, non può credere dica sul serio.

HECTOR (con tono calmo e sicuro)
Mi conosci, sai bene quanto mi piacciano le belle serate,
e tutto il resto. Ma ormai mi sono rotto pure di quelle.

Fabrizio è scettico.

FABRIZIO (polemico)
Hai sempre detto, che il vero piacere del business
non erano i soldi, ma l’adrenalina, le pianificazioni…

Hector lo ascolta guardando fuori dal finestrino preso da chissà quali pensieri,
il cielo ormai è pieno di stelle, poco dopo.

HECTOR (sospirando nostalgico)
Mi mancheranno da morire.

Poi, sbuffando conclude.

HECTOR
Che fregatura. Una sola vita non basta per essere felici...

Fissando lo sguardo in un paesino lontano che scorre al loro fianco, indicandolo.

HECTOR
In quel paesino, ci sono persone che in vita loro non hanno
fatto altro che alzarsi la mattina per andare a lavorare senza             uscire da lì.

Fabrizio lo osserva per un attimo, poi muove la testa in segno di totale condivisione.

HECTOR
Abbiamo più emozioni e vita noi in una settimana che tutti             loro messi assieme. Preferisco nutrirmi d’emozioni e far             stare alla grande i miei, rischiando pure vent’anni, piuttosto             che fare quella vita del cazzo!

Breve silenzio, poi conclude.

HECTOR
Quello Fabbri', non è vivere. È solo esistere.

Fabrizio è perplesso.
FABRIZIO
Beh…, pensandola così non vedo come puoi
pensare di riuscire a mollare tutto e cambiare vita.

HECTOR
In quest’ultimo periodo mi sono reso conto che il tempo             passa, e che a forza di rimandare, le cose importanti si                 allontanano sempre di più.
Sono io che decido cosa fare della mia vita, non è mai stato             né il caso, né tanto meno la fortuna, se dico che mollo tutto             puoi stare certo che mollo tutto.

L’Italia ormai è vicina, presi dalla loro conversazione si sono scordati completamente di Spike e degli altri, i quali probabilmente già si troveranno in Italia.
D’un tratto a Hector viene freddo, sente un brivido gelato percorrergli tutto il corpo, allunga il braccio alza la temperatura dell’abitacolo.
Hector si chiude in un silenzio fatto di pensieri, Qualcosa non lo convince. Un’ora dopo essere entrati in Italia guardando in alto si accorge che il cielo è cambiato totalmente.

HECTOR
Non c’è più neanche una stella.

FABRIZIO
È normale, siamo tornati in Italia.

SCENA 38           AUTOGRILL EST. NOTTE

Mentre Fabrizio fa benzina, HECTOR si reca alla cabina telefonica e fa alcune brevi telefonate. D’un tratto il telefono personale gli vibra, guarda il display. È sua madre.

MADRE (v.o.)
Amore.. che fai? In tutto il giorno non mi hai chiamata una             volta.

HECTOR (con fretta)
Ma’ c’hò da fare, ci vediamo in nottata o domani.

Fabrizio esce dal bar mangiando un panino e si dirige verso l’auto, seguito da Hector.

SCENA 39        AUTO INT. NOTTE

Nuovamente il suo cellulare torna a vibrare. Hector guarda il display. A Fabrizio, alzando gli occhi al cielo:

HECTOR
Mia madre…

Risponde.

MADRE (v.o.)
C’è tuo zio a Milano che sta per partire per venire qua,
perché non lo passi a prendere e lo porti te?

HECTOR
Non posso. Ora ho da fare, mi
serve il telefono, poi ti richiamo io.

Finito di parlare resta per qualche minuto a pensare sotto lo sguardo di Fabrizio. Dal sedile posteriore, dov’é riposta la giacca, arriva il rumore soffocato del cellulare che vibra.
Scocciato, Hector lo prende e risponde.
HECTOR
Sì.

ZIO (v.o.)
Che ti costa venirmi a prendere,
fai una deviazione e poi ripartiamo.

HECTOR (dispiaciuto)
Zio, se potevo secondo te non lo facevo?
Sto a due ore da lì, e poi c’ho un po’ di fretta, sennò venivo.

Chiude.
Fabrizio lo guarda.

FABRIZIO (smarrito)
A due ore da dove?

HECTOR
Da Milano, era mio zio. Vuole che lo vada a
prendere per portarlo a Roma da mia madre.

Passano i minuti e di nuovo torna a vibrare il telefono.

HECTOR (scocciato)
Ora che è successo?

STACCO SU

SCENA 40       CASA MADRE HECTOR INT.SERA

La madre di Hector, una donna sui cinquanta. Gli parla un po’ accorata.

MADRE
Mi ha detto tuo zio che ti ha chiamato.
Poverino gli fai fare tutto quel viaggio da solo in treno.
STACCO SU

Nell’auto.
HECTOR (teso)
Se ti dico che sono occupato, dovresti capirlo no?
Sto aspettando una chiamata, ti richiamo io dopo dai…

Chiude il telefono.

HECTOR
Merda! Porca vacca!

Fabrizio lo guarda.

FABRIZIO (allarmato)
Che c’è?

HECTOR
C’è che ho capito! Non è da mia madre insistere così tanto.
Tutti vogliono che vada a Milano. Be’, le tre ultime volte         che ci sono andato, la mattina dopo la polizia è andata a casa         mia a Roma per arrestarmi.

Fabrizio lo guarda sorpreso. Poi:

FABRIZIO
Sì, ma non ti hanno mai trovato, giusto?

SCENA 41          AUTO INT. NOTTE

La macchina sfreccia veloce sull’autostrada.

SCENA 42         AUTO INT. NOTTE

I due in auto ora sono in silenzio. Fabrizio si mordicchia le labbra, perplesso. Comincia a essere un po’ nervoso.

FABRIZIO
Che pensi di fare?

HECTOR
Non lo so. Per me andrei anche a Milano, a cercare di capire         che succede. Fammi un po’ vedere dove sono questi altri.

Hector guarda l’orologio e chiama Spike.

HECTOR
Dove stai?

STACCO SU

SCENA 43         AUTO SPIKE INT. NOTTE

Spike al telefono mentre guida.
SPIKE
Un quarto d’ora dallo svincolo mio.

HECTOR (v.o.)
Ci vediamo all’autogrill, tra venti minuti.

STACCO SU

SCENA 44         AUTO HECTOR INT. NOTTE

Dall’autoradio una canzone messicana. Hector alza il volume.

HECTOR
Questa canzone è una vita che non la sentivo, una volta
ho guidato da Barcellona a Nizza ascoltando questo CD.

Ascolta.
Nel giardino dei miei amori / dove ho disseminato tante notti di follie /
tante carezze piene di tenerezza / che sono marcite lasciandomi un’amarezza….

Poi prende il suo cellulare personale e digita un numero..

HECTOR
Pronto?
STACCO SU

SCENA 45          CASA LUCY INT. GIORNO

Lucy è in cucina alle prese con un frullato di frutta.

HECTOR (voce molto bassa e rilassata)
Ciao, i ragazzi?

LUCY
Stanno da mia sorella, chiamali là.

STACCO SU

SCENA 46           AUTO HECTOR INT. NOTTE

Hector è in silenzio, riflette.

HECTOR (arrendevole)
Va bene… ti lascio prima che ti incazzi. Ciao

LUCY (v.o.)
Aspetta un po’. Ti sento strano, cosa hai?

HECTOR
Niente di nuovo, le solite cose.

STACCO SU

SCENA 47         CASA LUCY INT. GIORNO

LUCY
Non è vero, lo so quando menti, c’è qualcosa
che ti preoccupa. Che ore sono lì?

HECTOR(v.o.)
È Mezzanotte.

LUCY
Ma stai sempre in giro a tutte le ore,
ma come fai a vivere così?

STACCO SU

SCENA 48        AUTO HECTOR INT. NOTTE

HECTOR (con dispiacere)
E che dovrei fare? Sto solo come un cane.
E non perché io lo voglia.

LUCY (voce filtrata)
Quindi la colpa è mia?

HECTOR (con sicurezza e fretta)
No! Per fortuna è solo mia. Dirlo non serve a un granché,
ma mi dispiace aver rovinato tutto.

Un lungo silenzio si alza tra i due.

STACCO SU

SCENA 49         CASA LUCY INT. GIORNO

LUCY
Quando pensi di venire a vedere i tuoi figli?

HECTOR(v.o.)
Il prima possibile.

LUCY (addolcendosi)
Allora cerca che sia prima.

Silenzio.

LUCY
Hector dai dimmi che c’hai?

STACCO SU

SCENA 50          AUTO HECTOR INT. NOTTE

Mentre Lucy finisce di parlare, Hector abbassa il finestrino.

HECTOR (sospirando)
Niente. Ciao.

Getta il telefono dal finestrino.

SCENA 51           AUTOGRILL EST. NOTTE

Spike è in disparte con Hector.

HECTOR
Allora ci vediamo domani a Roma, appena
arrivi a Rimini mandami un sms.

SPIKE
Ok. Ciao.

Fabrizio e gli altri stanno uscendo dal bar. Si salutano le loro strade si separano lì. Mentre due macchine imboccano lo svincolo in direzione di Bologna, l’altra prosegue dritta verso Roma.

SCENA 52           AUTO INT. NOTTE

Mentre viaggiano verso Roma, Hector ha smesso di parlare, appare pensieroso.
Si accende il display del telefono. A chiamare è Luca anziché Spike.

LUCA (enigmatico)
Spike ora è molto occupato, e dice che devi venire te qua per
vedere di persona prima che ci siano problemi.

Hector è perplesso, riflette per qualche secondo.

HECTOR
Ho capito, digli che sto arrivando,
spegnete i telefoni e non vi muovete da lì.

Hector guarda l’orologio.

HECTOR (estremamente seccato)
Merda! Dobbiamo tornare indietro.

FABRIZIO
Come indietro, dove?

HECTOR
A Rimini da Spike, pare c’è un
problema con la merce, perciò vedi di sbrigarti.

Non convinto ribatte.

HECTOR
Non ho ancora capito perché mi ha chiamato Luca e non         Spike, quando arriviamo gli faccio passare un brutto quarto         d’ora.

Fabrizio cerca di calmarlo.

FABRIZIO
Va be’, sarà stato occupato, e poi si conoscono da una vita.
Non può essere che sia questo quello che non andava?

Hector lo guarda confuso.

FABRIZIO
Riguardo quella sensazione che ti sentivi…
HECTOR
Può essere. Ma in ogni modo voglio parlare
con Spike seriamente.

Poi Hector prende il telefono. Fa un numero. Poi lo ricompone..

HECTOR (fra sé)
Merda …

FABRIZIO
Chi chiami?

HECTOR
Lo Special. Ma dove cazzo sta?

Mentre sta per rifare il numero, il telefono squilla.

HECTOR
Pronto?

STACCO SU

SCENA 53          STRADA DI CITTA’ EST. NOTTE

Lo Special cammina lungo una via deserta. Affretta il passo.

LO SPECIAL (rapido)
Non mi dire nulla. Mi sono perso la scheda e ho dovuto             rintracciare Antonio per chiedergli i numeri nuovi.

STACCO SU

SCENA 54       AUTO HECTOR INT. NOTTE

HECTOR
Non ho proprio voglia di stare a discutere adesso.
Pare che c’è un problema e sto andando a vedere
di che si tratta, ti sei alloggiato dove sempre?

LO SPECIAL (v.o.)
No. In quello sopra al negozio dove comprai le camicie.

HECTOR
Ok, ti chiamo io più tardi lì, o sennò domani mattina. Ciao.

SCENA 55         AUTOSTRADA EST. NOTTE

E’ mezzanotte. Quando finalmente manca poco all’arrivo, a dieci o quindici chilometri prima del casello autostradale di Forlì, in lontananza si vede una gran fila di auto ferme e un’infinità di luci delle forze dell’ordine che illuminano la notte.
In PP la faccia di Hector preoccupata.

Parte la canzone.
Nel giardino dei miei amori / dove ho disseminato tante notti di follie /
tante carezze piene di tenerezza / che sono marcite lasciandomi un’amarezza….

SCENA 56         RALLENTATA . AUTOGRILL FORLI’ EST. NOTTE

Un Suv nero si ferma accanto a una Audi di colore grigio.
Luca e Spike stanno parlando quando d’un tratto vengono circondati da varie automobili dalle quali escono
armi in mano varie persone che gli ammanettano.

SCENA 57          RALLENTATA .AUTOSTRADA EST. NOTTE

A mano a mano che l’auto di Hector si avvicina all’origine ci rendiamo conto che non c’è stato nessun incidente.
I due si guardano per pochi secondi.

SCENA 58             RALLENTATA STAZIONE DELLA POLIZIA STRADALE

Alcuni uomini dentro una stanza schiaffeggiano Spike che li sfida sorridendo senza rispondere alle loro domande sotto lo sguardo terrorizzato di Luca.

SCENA 59           RALLENTATA.  AUTOSTRADA EST. NOTTE

Nel mezzo dell’autostrada, parcheggiati di traverso ci sono due autobus della polizia e altre automobili delle forze dell’ordine. Hector istintivamente con naturalezza estrae la scheda del cellulare.

SCENA 60          RALLENTATA . STAZIONE DELLA POLIZIA

Le lacrime di Luca. Un poliziotto gli si avvicina, i due parlano a voce bassa, Luca viene smanettato e portato altrove. Spike inveisce nei confronti dell’amico e nuovamente viene colpito.
STACCO SU

SCENA 61        RALLENTATA.  STAZIONE DELLA POLIZIA

I poliziotti danno a Luca il cellulare di Spike e dopo aver digitato, parla al telefono sotto il loro sguardo vigile.

SCENA 62         RALLENTATA. AUTOSTRADA EST. NOTTE
Hector getta la scheda fuori dal finestrino. Le luci ormai sono dentro l’abitacolo.

SCENA 63        RALLENTATA.  CASA REP. DOM. INT. GIORNO

Un salone decorato gremito di gente. Natalia ha una torta davanti a se. Attorno a lei, il fratello e la madre, più altri amici e parenti. Hector arriva da dietro e gli abbraccia tutti e tre per la fotografia.

IN DETTAGLIO. Le otto candeline sopra la torta.

SCENA 64          RALLENTATA.  AUTOSTRADA EST. NOTTE

Mentre l’auto è costretta a rallentare, da tre autovetture saltano fuori pistole in mano a sei o sette persone che aprono le portiere e dopo averli buttati fuori dall’auto e gettati a terra, li bombardano di domande mentre li ammanettano con le mani dietro alla schiena.

SCENA 65          RALLENTATA.  STAZIONE DELLA POLIZIA

Hector è ammanettato seduto davanti a un uomo sui cinquanta molto alterato, che da ordine ai poliziotti presenti di portarlo via.

SCENA 66        IN SEQUENZA. CARCERE FORLI’ INT. MATTINA
Foto segnaletiche. Rilevamento delle impronte digitali. Visita medica di rito. Hector è visibilmente assonnato. Sbadiglia.
Gli vengono date lenzuola pulite, un cuscino e una coperta.

STACCO SU

SCENA 67           RALLENTATA.  CELLA CARCERE FORLI’ INT. MATTINA

Spike è seduto sul letto che fuma mentre guarda il cielo dalla finestra.

STACCO SU

SCENA 67           RALLENTATA.   CELLA CARCERE FORLI’ INT. MATTINA

Luca piange tenendosi la testa tra le mani. La sua branda è ancora da fare.

SCENA 67        CELLA CARCERE FORLI’ INT. MATTINA

Una cella d’isolamento con non molta luce. Hector è dentro la sua branda e fissa il tetto preso da mille pensieri, si sta addormentando mentre ripensa a sua figlia.

NATALIA (v.o.)
…faccio nove anni. Ci sarai?

HECTOR (con un filo di voce)
Ci sono sempre stato...

Hector dorme. E’ agitato. Al di sotto delle sue palpebre chiuse, gli occhi fanno movimenti rapidi, repentini.
Ha un incubo.

DALL'ALTO. Lentamente ci allontaniamo uscendo dal carcere.

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il 7/2/2014


Osservatorio sulla contenzione
a cura di Grazia Serra

  
   

   
    a cura di Francesco Gentiloni

" Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri"
Voltaire

 


Relizzazione tecnica: Emiliano Nieri
Progetto grafico: Enrico Calcagno, Daniele Funaro - AC&P - Aurelio Candido e Partners
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