Home            Chi Siamo             Links             Cerca             Contattaci


Romanzo Criminale Serie televisiva (Italia 1 – 2009)


Alessandro Natal Nunez

Con Romanzo Criminale, la serie prodotta da Sky e trasmessa su Canale1 da settembre 2009,  siamo di fronte non solo alla prima gangster-serie italiana, ma alla miglior serie tv mai prodotta in Italia. Di solito le serie italiane sono, secondo me, troppo soft, sdolcinate e ripetitive, ma questo nuovo genere, con il suo realismo, la sua violenza, con i suoi dialoghi e con quella eccellente fotografia, cambierà molte cose, facendo da modello a una nuova rinascita del cinema poliziesco e d’azione esportabile finalmente anche all’estero. La serie in molti suoi aspetti mi ricorda con piacere alcuni bei film polizieschi degli anni ’70 e conferma ancora una volta che in Italia la qualità c’è, quelle che mancano molto probabilmente sono le occasioni per maturarla e sperimentarla in piena libertà, senza essere sempre condizionati dagli ascolti e dai risultati.

 

Ovviamente pesa fortemente la popolarità della pellicola di Michele Placido, tratta dall’omonimo romanzo del Magistrato/scrittore Giancarlo De Cataldo. Il romanzo, che si ispira a fatti di cronaca nera romana, ha più di 600 pagine, e sicuramente quello è stato uno dei più grandi problemi con cui si è dovuto confrontare Placido al momento di scegliere quali eventi riportare e quali tagliar fuori, operando necessari e numerosi tagli.
Questo problema con la serie non esiste, anzi, grazie a questa si può andare ad approfondire con cura i fatti sacrificati nel film e lavorare più a fondo sui personaggi, stupendi eroi negativi grazie ai quali finalmente possiamo vedere anche l’altro lato della medaglia. Un’ampia galleria di fatti di cronaca italiana e di piccoli e grandi crimini riaffiorano dalle pagine del libro, trasportando chi come me è nato nel 1975 e non può aver memoria a riguardo, negli anni 70/80.
I personaggi scelti da Solimma per interpretare i componenti della banda sono tutte facce nuove. Facce genuine e facilmente rintracciabili in qualsiasi borgata romana. Si tratta di giovani attori emergenti provenienti tutti dal teatro.
Assolutamente riuscito trovo lo stile di ripresa scelto dal regista, molto immediato, diretto e istintivo, “a spalla”, il che dà una maggiore efficacia alle scene d’azione che certo non mancano mai.
Mi è piaciuta la scelta di cominciare la serie con delle prime scene ambientate nella Roma dei giorni nostri, in particolare quella di un uomo sui sessanta che cammina appesantito e sudato per le strade, volutamente fuori fuoco, con colori aspri e molto caldi, e che sembra volerci dire che quel mondo in cui l’ultimo superstite della banda vive, oramai non gli appartiene più.
Ruolo importantissimo ha la musica utilizzata per scandire i diversi periodi storici: i pezzi più significativi dell’epoca, molti dei quali non conoscevo e ho piacevolmente scoperto, tra cui non poteva mancare Franco Califano, mitico cantautore della Roma borgatara e coatta di ieri, oggi e di sempre.

Trama:
È la storia di due piccole bande romane, che unendosi tra loro partono alla conquista di Roma, spazzando via chiunque si metta nel loro cammino a forza di piombo. Dal sodalizio, di stampo mafioso e camorristico,  totalmente inconsueto per la capitale, nascerà un impero criminale, di cui si narra appunto ascesa e caduta.
Personaggi:
Il Libanese è un leader autoritario e carismatico, con un’idea molto chiara: formare una banda che sia in grado di prendersi tutta Roma a qualunque costo così come al sud hanno fatto la Mafia e la Camorra. È un cane sciolto spietato e senza freni, tutta la sua famiglia si riassume in sua madre, la quale non approva la sua vita. È un tipo leale e fedele alla sua causa. Per compensare la sua solitudine ha bisogno di avere sempre tutti i suoi amici attorno a sé, loro sono la sua famiglia, nessuno può toccarli, ma chiunque di loro lo tradisca muore.
Il Freddo è un personaggio romantico, ribelle e generoso. Lui è il capo della seconda batteria, ma non necessariamente è disposto a tutto. Non vuol saperne di avere legami con mafia, politica o altro. Il lato buono di lui appare fievolmente a più riprese, ma resta sempre celato dietro quello oscuro fino a quando si innamora di una ragazzina per bene: Roberta, che gli fa venire voglia di mollare tutto e cambiare vita.  
Il Dandi è un bon vivant, uno che sogna il proprio riscatto sociale per distanziarsi dalle proprie umili origini.Ama l’eleganza, il buongusto, la bella vita. È un tipo sveglio che impara silenziosamente da chi gli sta accanto, non è lucido e spietato come il Libanese, né generoso e altruista come il Freddo, ha un punto debole: l’amore ossessivo per la più bella e cara prostituta di Roma: Patrizia.
Gli anni ’70 si respirano fin dall’inizio: con la scena sul ponte Garibaldi in cui venne uccisa da un colpo di pistola Giorgiana Masi; con il riferimento alla strage di Bologna, al sequestro del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Confesso che la mia conoscenza su molti di questi avvenimenti era vaga o nulla, all’epoca ero troppo giovane o non ancora nato, ma grazie alla serie mi sono incuriosito e sono andato a documentarmi per vedere quanto ci fosse di vero su quegli episodi. Il racconto mette in evidenza lo stretto rapporto intercorso tra la criminalità e le istituzioni, per avere il controllo di tutto quello che girava dentro Roma: droga, gioco d’azzardo, prostituzioni, appalti ecc. Una Roma criminale dove il confine che separa il bene dal male è così sottile da non poter essere sempre facile da identificare. 

Dopo anni di serie tipo: La Squadra, Carabinieri, R.i.s., Distretto di Polizia ecc., finalmente la televisione italiana si è resa conto che non può essere sempre tutto rose e fiori, e ci regala qualcosa di diverso che ci sorprende e ci fa riflettere.
In Romanzo Criminale ci viene rappresentata l’altra faccia della medaglia: la vita dal lato dei cattivi, che può essere altrettanto intrigante, affascinante e istruttiva. Certo qualcuno potrebbe dire che caricando i personaggi di tanto carisma e fascino, quasi fossero degli eroi, si potrebbe far passare un messaggio sbagliato in particolare ai giovani, sempre più influenzati da cattivi esempi. Ma purtroppo i cattivi e i maledetti hanno sempre affascinato il pubblico, del resto le opere teatrali ne sono piene, e di sicuro non sarà perché da anni si producono di continuo nuovi filmati e serie sulla mafia che i giovani vorranno diventare mafiosi.
(Rebibbia, autunno 2009)
Share/Save/Bookmark
 

Numero dei detenuti presenti su 43084

61.481 detenuti
il 7/2/2014


Osservatorio sulla contenzione
a cura di Grazia Serra

  
   

   
    a cura di Francesco Gentiloni

" Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri"
Voltaire

 


Relizzazione tecnica: Emiliano Nieri
Progetto grafico: Enrico Calcagno, Daniele Funaro - AC&P - Aurelio Candido e Partners
Powered by Joomla!