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L’assente ingiustificato
di Mchele Peradotto


E' di nuovo tempo di Fiera del Libro, qui, a Torino. L'intero, o quasi, scibile dell'editoria è presente. Si susseguono eventi, incontri con gli Autori, conferenze, dibattiti. Ce n'è per tutti, per tutti i gusti e anche per quelli che il gusto non l'hanno o, ancora, non sanno
qual è. Grande presenza di Autori che, ovviamente, non vogliono mancare alla presentazione del loro lavoro. Certo, i classici, gli autori classici, sono assenti giustificati. Insomma. non sarà possibile, al pubblico degli appassionati, incontrare Alighieri Dante o Leopardi Giacomo, tanto per dire, e nessuno, per questo, si stupirà. Altri pur essendo contemporanei in buona salute, non ci sono perché abitano luoghi lontani del globo terracqueo o, magari, sono impegnati in altre faccende di maggior priorità o, semplicemente, sono pigri ed alla Fiera non ci sono venuti per rispettabilissima e comprensibile scelta.
Di sicuro c'è un Autore, ormai giunto alla sua quinta pubblicazione, che avrebbe fortemente desiderato esserci, incontrare i lettori, presentarsi, presentare ed argomentare l'opera sua.. Epperò non c'è! Non è presente. Pur avendo, per tempo, chiesto l'autorizzazione a chi ha il potere di aprire i cancelli della sua "residenza".
Si tratta di Annino Mele, l'ergastolano.
Gli è stato negato l'ennesimo permesso. Che si tratti della richiesta di rivedere l'anziana madre, di essere lasciato in pace o di poter presentare il proprio lavoro aderendo all'invito di una prestigiosa organizzazione come la Fiera del Libro.la risposta, per lui, è sempre la stessa, monotona e terribile: NO!
L'anno scorso è stata la Fiera ad entrare nel carcere in cui si trovava. Saluzzo, così vicina a
Torino, lo consentiva. A Fossombrone, dove è stato trasferito, è impensabile ripetere la sortita, ma  come lui stesso ci dice: " il sole che vediamo è lo stesso, per tutti, in ogni luogo". Allora, Annino diventa una sagoma di cartone, una maschera, tratta dalla fotografia del suo volto, che indosso per impersonarlo , per consentirgli di evadere, di essere fisicamente presente. La mia voce da voce alle sue parole, al suo pensiero e, dopo la pregevole, competente presentazione a cura di Giovanni Maria Bellu, leggo la lunga lettera con cui Annino spiega i motivi dell'assenza e della detenzione a cui è ancora sottoposto, con cui gli viene fatto pagare il "crimine" di non aver mai rinunciato alla sua dignità di uomo, di non aver mai rinunciato al pensiero ed alla conseguente coerenza della sua prassi quotidiana. Ancora una volta non ci sono riusciti, non ci riusciranno mai a rinchiudere il libero pensiero così come non metteranno in gabbia neppure un sogno.
Quest'autore, che Bellu, nella sua relazione, ha paragonato, per certi aspetti, a Castaneda, c'è! I presenti l'hanno potuto conoscere ed ascoltare. "Sa Grutta de Sos Mortos", Carlo Delfino Editore, è  il suo ultimo sforzo letterario. Ora, non resta che leggerlo, portandolo, parola per parola, oltre le sbarre, libero d'essere ospitato nelle emozioni di ciascuno.







 

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il 7/2/2014


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Voltaire

 


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