ALLE DUE TUTTI TORNANO IN CARCERE |
Marga Esposito
“Alle 2 i monaci tornano in convento” al teatro Parioli di Roma dal 3 all’8 maggio, con grande successo di pubblico, è stato rappresentato lo spettacolo realizzato dai detenuti, due guardie di polizia penitenziaria, educatori, assistenti sociali, volontari, terapeuti. . . della Casa di Reclusione di Rebibbia. Uno spettacolo di drammaturgia e musica a tinte forti e romantiche, in cui la tragedia –nonostante l’evocazione del coro e la materia- lascia il posto al dramma; quello del 23 maggio del 1992 alle ore 18.00 a Capaci, in cui vengono uccisi dalla mafia il giudice Falcone, la moglie e la scorta, come epilogo di un fosco decennio di analoghi delitti ed “eroi” morti, nonostante il loro credo sia per nostra fortuna ancora vivo e vivido.
Il questo scenario si evolve e consuma la storia d’amore impossibile tra Giacomo, idealista nell’aspirare alla diffusione di una diversa “cultura” in Sicilia, e Agata, figlia –propriamente- di una famiglia di “cosa nostra”.
La loro ribellione non eviterà la concomitanza allusiva e metaforica del collocare gli ordigni della strage con “il ritorno dei monaci in convento”, inizio del silenzio, della quiete… dell’omertà.
Si conclude così la trilogia ispirata dalle città criminali dal ’75 e il ’92, tra la commozione esuberante di un pubblico coinvolto dalla calda, autentica, avvolgente presentazione di chi l’ha portata in scena e, in alcuni casi, vissuto quegli eventi in prima persona: la Compagnia Stabile Assai della Casa di Reclusione di Rebibbia di Roma (insignita della medaglia del Capo dello Stato per la valenza sociale della sua attività) di cui Antonio Turco, educatore proveniente dal mondo minorile e già attivo dagli inizi degli anni ‘80, è l’autore del testo, teorizzando il teatro come strumento trattamentale e terapeutico (tesi avvallata da psicologi e neuropsichiatri, trattata riguardo la terapeuticità in “le barriere non sono solo architettoniche” –www.italiarazzismo.it 12 aprile 2011); per l’appunto alla sceneggiatura hanno contribuito Patrizia Spagnoli, teatro-terapeuta e Gaetano Campo, cittadino detenuto semilibero.
La regia dell’intera trilogia è di Caterina Venturini titolare del laboratorio teatrale. Inoltre tra gli attori c’è la preziosa presenza di Padre Gaetano Greco, attivo a casal del Marmo, fondatore della comunità “Borgo” per il recupero dei minori.
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