Il diritto alla salute della signora Mokbel” Luigi Manconi Giorgia Ricci, 39 anni, è detenuta nel carcere di Rebibbia, in stato di isolamento giudiziario. La Ricci è affetta da sclerosi multipla attiva. Una patologia neurologica progressiva ed invalidante caratterizzata da varie fasi di remissione e di ripresa che può riattivarsi in coincidenza di particolari e violente reazioni emotive. La signora Ricci è sottoposta regolarmente, presso l’ospedale Careggi di Firenze, a cure specialistiche mirate. La prossima e indispensabile terapia è prevista per il 12 marzo ed è somministrabile solo con un ricovero presso il centro clinico che assiste la paziente, necessariamente dotato di un reparto di rianimazione. Tutto ciò è stato oggetto di una puntuale segnalazione da parte di Melania Rizzoli, medico e parlamentare, membro della Commissione d’inchiesta Sanitaria. Di fronte a tale situazione, prima ancora che a principi umanitari, ci si deve appellare al diritto irrevocabile di Giorgia Ricci di essere curata nei modi più appropriati. Non deve far velo al riconoscimento del pieno diritto alla salute il fatto che si tratti della moglie di Gennaro Mokbel , al centro di una clamorosa vicenda giudiziaria. Tanto più che la storia di Giorgia Ricci è simile a quella di tanti anonimi detenuti in condizioni analoghe o anche più gravi, in un sistema carcerario dove la popolazione reclusa sfiora il record di 67 mila presenze (il più alto dell’intera storia repubblicana). E dove ogni quattro giorni un detenuto si toglie la vita (l’ultimo appena qualche ora fa). |
- Pubblichiamo il racconto di Antonio Argentieri, apparso sul sito www.terramara.it, in cui denuncia un pestaggio subito da alcuni agenti del carcere di Arezzo nel 2004
- Pubblichiamo una serie di lettere inviate da detenuti a Radio carcere, trasmissione settimanale a cura di Riccardo Arena, su Radio Radicale
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