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Beata amnistia
Valentina Ascione
Che avrebbe radunato milioni di fedeli e che sarebbe stato un flop. Che si è atteso troppo e troppo poco. Che fosse già santo da vivo e che durante il suo mandato abbia incontrato dittatori tra i peggiori. Che abbia taciuto sulla pedofilia nella Chiesa, negato l'efficacia del preservativo nella lotta all'Aids e contribuito in maniera determinante alla caduta del comunismo, ma anche con un miracolo - all'uccisione di Osama Bin Laden (sic!). Insomma su Giovanni Paolo II e sulla sua beatificazione è stato detto e scritto un po' di tutto. Fiumi d'inchiostro a tracciarne il profilo e svelarne i retroscena più scomodi. Ore e ore di immagini trasmesse dalle televisioni di tutto il mondo. Immagini della solenne cerimonia di Piazza San Pietro e dei 27 anni del pontificato dei papa polacco. Quel che però è sfuggito, nella rincorsa alla rievocazione migliore e nella contesa tra fan e detrattori, è il ricordo dell'accorato appello che Karol Wojtyla fece nel 2002, davanti al Parlamento italiano riunito in seduta comune, per un gesto di clemenza a favore dei detenuti delle nostre carceri, già all'epoca sottoposti a condizioni di vita durissime. Un'amnistia, per restituire alla pena il fine rieducativo e al prigioniero i diritti - oltre alle sembianze - di un uomo. «Astenersi da azioni promozionali nei confronti del detenuto significherebbe ridurre la misura detentiva a mera ritorsione sociale, rendendola soltanto odiosa», dichiarò Giovanni Paolo II, mentre deputati e senatori si spellavano le mani, lasciandosi andare a un lungo e sonoro applauso. Appena quattro anni dopo molti tra quegli stessi parlamentari avrebbero gridato allo scandalo per l'indulto varato dal Governo Prodi. Additandolo come causa di inevitabili impennate di criminalità, utilizzandolo come spauracchio in campagna elettorale e infine come pretesto per promuovere politiche securitarie. Ma la sola cosa che si può imputare a un provvedimento che ha prodotto risultati preziosissimi per la tenuta del sistema penitenziario, è che i suoi effetti siano durati troppo poco. Soffocati ben presto dall'eccesso di penalizzazione e dai nuovi reati che, mese dopo mese, fanno lievitare il tasso di crescita della popolazione carceraria. Mentre le galere cadono a pezzi. Quell'invito a non aver paura è dunque caduto nel vuoto, inascoltato negli anni da una classe dirigente sorda e cieca di fronte all'evidenza che un'amnistia sia la sola soluzione possibile. E che sul carcere Wojtyla avesse ragione da vendere, sebbene nel giorno della sua beatificazione nessuno abbia voluto ricordarlo. Nessuno ad eccezione dei Radicali, che in genere i preti sono accusati di "mangiarli".

Radicali Italiani www.radicali.it 10 maggio 2011
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61.481 detenuti
il 7/2/2014


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Voltaire

 


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