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La Consulta boccia la Fini - Giovanardi
ROMA, 12 FEB - "E' una notizia eccezionale che fa
storia rispetto alle politiche sulle droghe in Italia. Con
questa pronuncia si chiude una fase storica che e' quella della
Fini-Giovanardi, delle scelte repressive degli ultimi 8 anni,
attraverso le quali si e' usata la legislazione sulle droghe per
criminalizzare e controllare ampie fasce di popolazione, in
particolare giovani e immigrati". Questo il commento alla
sentenza della Corte Costituzionale sulla Fini-Giovanardi di
Stefano Anastasia, ex presidente dell'associazione Antigone sui
diritti dei detenuti che nei giorni scorsi ha lanciato un
appello alla Consulta contro la Fini-Giovanardi firmato da
numerosi giuristi e operatori del settore. "Questo - aggiunge
Anastasia - consente al Paese di rimettersi in pari con chi ha
avviato politiche di de-criminalizzazione delle droghe leggere.
Dall'anno scorso in Uruguay c'e' una politica di regolamentazione
legale della cannabis, che tra poco ci sara' anche in Colorado e
nello stato di Washington".
   A chi teme che questa decisione, abbassando le pene previste
per i reati connessi alla droghe leggere, possa trasformarsi in
un indulto mascherato, Anastasia risponde che l'effetto "non
sara' una riduzione di pena giustificata da un atto di clemenza,
il rispetto della Costituzione contro una legge illegittima nel
suo procedimento di adozione. Il che non vuol dire che si passa
all'impunita', ma alle previsione penali previste prima della
Fini-Giovanardi e che erano state adottate legittimamente. Penso
che nessuno possa dire che e' giusto tenere in carcere le persone
in virtu' di legge illegittima. Ora la detenzione dei condannati
per droghe leggere, al di la' dei casi di piccola entita', non
potra' essere superiore a 6 anni, mentre fino a ieri le pena
massima era di 20 anni". (ANSA).
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Numero dei detenuti presenti su 43084

61.481 detenuti
il 7/2/2014


Osservatorio sulla contenzione
a cura di Grazia Serra

  
   

   
    a cura di Francesco Gentiloni

" Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri"
Voltaire

 


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