La Consulta boccia la Fini - Giovanardi |
ROMA, 12 FEB - "E' una notizia eccezionale che fa storia rispetto alle politiche sulle droghe in Italia. Con questa pronuncia si chiude una fase storica che e' quella della Fini-Giovanardi, delle scelte repressive degli ultimi 8 anni, attraverso le quali si e' usata la legislazione sulle droghe per criminalizzare e controllare ampie fasce di popolazione, in particolare giovani e immigrati". Questo il commento alla sentenza della Corte Costituzionale sulla Fini-Giovanardi di Stefano Anastasia, ex presidente dell'associazione Antigone sui diritti dei detenuti che nei giorni scorsi ha lanciato un appello alla Consulta contro la Fini-Giovanardi firmato da numerosi giuristi e operatori del settore. "Questo - aggiunge Anastasia - consente al Paese di rimettersi in pari con chi ha avviato politiche di de-criminalizzazione delle droghe leggere. Dall'anno scorso in Uruguay c'e' una politica di regolamentazione legale della cannabis, che tra poco ci sara' anche in Colorado e nello stato di Washington". Â Â A chi teme che questa decisione, abbassando le pene previste per i reati connessi alla droghe leggere, possa trasformarsi in un indulto mascherato, Anastasia risponde che l'effetto "non sara' una riduzione di pena giustificata da un atto di clemenza, il rispetto della Costituzione contro una legge illegittima nel suo procedimento di adozione. Il che non vuol dire che si passa all'impunita', ma alle previsione penali previste prima della Fini-Giovanardi e che erano state adottate legittimamente. Penso che nessuno possa dire che e' giusto tenere in carcere le persone in virtu' di legge illegittima. Ora la detenzione dei condannati per droghe leggere, al di la' dei casi di piccola entita', non potra' essere superiore a 6 anni, mentre fino a ieri le pena massima era di 20 anni". (ANSA). |
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