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Si chiede di sapere se…

 

 

Al Ministro della Giustizia e al Ministro della Difesa,

per sapere, premesso che

 

a seguito di ulteriori segnalazioni di violenze e pestaggi di cui sarebbero stati fatti oggetto i sei romeni accusati di violenza sessuale e rapina aggravata recentemente arrestati a Guidonia, il 7 febbraio scorso l’interrogante ha effettuato un’ulteriore visita al carcere di Rebibbia dopo quella del 30 gennaio in cui era stata accompagnata dal Segretario di Nessuno Tocchi Caino Sergio D’Elia; visita che è stata oggetto di un’altra interrogazione parlamentare per la quale si attende risposta da parte dei ministri competenti;

 

nella nuova visita di sabato 7 febbraio, oltre all’interrogante e a Sergio D’Elia, la delegazione era così composta: Marco Pannella (deputato europeo), Marco Cappato (deputato europeo), Elisabetta Zamparutti (deputata), Matteo Mecacci (deputato) Marco Perduca (senatore), Luigi Manconi (già sottosegretario alla Giustizia), Gianfranco Spadaccia (già Garante per i diritti dei detenuti del Comune di Roma); Salvatore Bonadonna (già senatore); Simona Farcas (Presidente dell’Associazione IRFI onlus); Alessandro Gerardi (avvocato, consulente dell’interrogante);

 

preliminarmente la delegazione è stata ricevuta dal Direttore dell’Istituto, Dott. Carmelo Cantone; lo stesso Direttore, assieme ad altro personale dell’Istituto, ha poi accompagnato la delegazione nel corso della visita ispettiva;

 

nel caso di specie il Direttore ha aderito alla nostra richiesta di verificare le condizioni di detenzione dei quattro detenuti rumeni arrestati per lo stupro di Guidonia che l’interrogante e D’Elia avevano già incontrato il 30 gennaio scorso assieme agli altri due, Ionul Anton B. e Mugurel G., accusati di favoreggiamento, ora in detenzione agli arresti domiciliari; in occasione della visita del 30 gennaio Mugurel G., che presentava segni evidenti di pestaggio agli occhi, aveva riferito all’interrogante “di essersi picchiato da solo” mentre Ionul Anton B. riferiva di non aver subito maltrattamenti e pestaggi né a Guidonia né a Rebibbia, ma che, se ci fossero stati, sarebbero stati più che giusti;

 

in particolare, alla presenza della delegazione, del Direttore e del personale, il 7 febbraio, è stato possibile raccogliere le seguenti dichiarazioni riguardanti lo stato di detenzione dei quattro romeni:

- Mirel Huma, detenuto nel braccio G9 e proveniente dal G12, ha detto di essere stato tenuto    senza cibo fino al momento della nostra prima visita; sempre nel periodo di detenzione al G12 è stato tenuto sveglio tutta la notte nelle prime due notti, preso a pugni e calci in cella, tenuto nudo in piedi e con la faccia al muro; nel momento in cui si era lamentato di avere freddo, è stato portato a fare una doccia fredda e, successivamente, ricondotto in cella dove è stata aperta anche la finestra; ha inoltre aggiunto di essere stato picchiato tutta la notte nella Stazione dei Carabinieri di Guidonia e che le violenze sarebbero terminate dopo la sua confessione; ha quindi dichiarato che la sua condizione di detenzione è radicalmente cambiata (in positivo) dopo la nostra prima visita;

- Lucian Trinca, detenuto nel braccio G9 e anche lui proveniente dal G12, ha detto che i primi due giorni non gli hanno dato da mangiare; di essere stato picchiato (calci, pugni e ginocchiate) da 2 agenti; ha inoltre riferito che gli è stato impedito di dormire e di essere stato tenuto in piedi, nudo, tutta la notte e che quando ha cercato di coprirsi con una coperta questa gli era stata immediatamente tolta; anche lui sarebbe stato infilato dagli agenti sotto la doccia fredda; questo trattamento è durato una notte intera e il giorno successivo; anche Lucian Trinca ha detto che la sua condizione è radicalmente cambiata (in positivo) dopo la nostra prima visita; ha inoltre aggiunto che di essere stato picchiato tutta la notte e il giorno successivo dai Carabinieri che hanno proceduto al suo arresto, e alla domanda se ci fosse stata anche una colluttazione fra i romeni arrestati, ha risposto di no;

- Ciprian Trinca, detenuto nel braccio G11 e proveniente dal G9, non ha voluto rispondere alle domande sullo stato di detenzione perché aveva già detto tutto durante la visita del 30 gennaio; ha solo aggiunto che le condizioni di detenzione sono radicalmente cambiate, divenendo normali, dopo la nostra prima visita; nella prima visita del 30 gennaio l'interrogante aveva potuto constare che Ciprian Trinca zoppicava vistosamente, erano visibili i segni di percosse su un occhio, sulle gambe e sull'anca destra;

- Marcel Cristinel Coada, incontrato nella “Sezione Transito”, dove è sempre stato, ha dichiarato di essere stato picchiato solo il primo giorno, all’ingresso del carcere, in matricola, dove anche gli altri arrestati sarebbero stati maltrattati, ma di non aver subito violenze nella “sezione transito” ove si trova; ha dichiarato di essere stato malmenato nella Caserma di Guidonia e che la sua condizione è ulteriormente migliorata dopo la nostra prima visita;

 

le dichiarazioni di Mirel Huma e Lucian Trinca, entrambi detenuti nel G9 e provenienti dal G12, appaiono credibili e coerenti posto che gli stessi, pur non avendo mai avuto la possibilità di conferire tra di loro nel corso della esecuzione della misura cautelare (causa divieto di incontro e isolamento precauzionale), hanno riferito circostanze pressoché identiche (tutti e due dicono infatti di essere stati picchiati e tenuti di notte in piedi, nudi e al freddo, all’interno della cella e di essere stati sottoposti a docce gelate);

 

l’interrogante dà atto al dottor Carmelo Cantone Direttore del Carcere di Rebibbia – peraltro uno degli Istituti migliori d’Italia quanto a rispetto delle regole dell’ordinamento penitenziario in vigore – di aver dato disposizioni oculate fin dall’ingresso dei sei rumeni accusati dello stupro di Guidonia, assegnando ad ognuno dei sei reclusi gli agenti responsabili del loro trattamento e di avere, a seguito della nostra visita e delle nostre segnalazioni del 30 gennaio, spostato Mirel Huma e Lucian Trinca dal G12 al G9;

 

l’istituto di Rebibbia, come molti altri Istituti penitenziari italiani, presenta una grave carenza di personale che costringe la Direzione a ridurre la presenza degli agenti soprattutto nelle ore notturne;

 

l’articolo 13, comma 4, della Costituzione stabilisce che “è punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà”;

 

sul tema della prevenzione dei maltrattamenti dei detenuti al momento del loro ingresso in carcere, vi sono numerose circolari (alcune risalenti a più di dieci anni fa) del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Già dal 1987, infatti, è stato istituito presso tutti gli istituti di pena un particolare servizio per i detenuti e per gli internati nuovi giunti dalla libertà consistente in un presidio psicologico da affiancare alla prima visita medica generale ed al colloquio di primo ingresso, un servizio affidato ad esperti specializzati in psicologia o criminologia clinica che hanno un colloquio con il detenuto il giorno stesso di ingresso nell'istituto e prima dell'assegnazione alle sezioni al fine di accertare l'eventuale rischio autolesionistico o di maltrattamenti da parte di terze persone;

 

in particolare, allo scopo di eliminare, in conformità a quanto auspicato dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura (CPT), il rischio di atti di violenza nei confronti delle persone detenute, specie al momento dell'arresto, sin dal giugno 1998, il D.A.P. ha disposto che i sanitari degli istituti penitenziari, ove accertino in sede di esame del detenuto o dell'internato la presenza di lesioni personali, hanno l'obbligo di annotare nel registro modello 99 (registro delle visite, osservazioni e proposte), oltre all'esito della visita effettuata, le dichiarazioni eventualmente rese dall'interessato in merito alle circostanze della subita violenza. Inoltre, lo stesso sanitario deve formulare le proprie valutazioni sulla compatibilità o meno delle lesioni riscontrate rispetto alla causa di esse dichiarata dal detenuto. In tutti i casi di lesioni riscontrate all'atto dell'ingresso in istituto, le annotazioni apposte nel registro modello 99, corredate da tutte le altre osservazioni utili, devono essere inviate immediatamente all'autorità giudiziaria per quanto di competenza;

 

inoltre, per facilitare la piena applicazione dei princìpi stabiliti nelle circolari, lo stesso Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha recentemente provveduto a realizzare una nuova versione del registro modello 99, già distribuita presso tutti gli istituti. Tale nuovo registro, a differenza di quello precedentemente in uso, è suddiviso in più colonne contenenti date e orari delle visite, generalità del detenuto, esame obiettivo, diagnosi e prognosi, proposte e prescrizioni, dichiarazioni rilasciate dal detenuto interessato, valutazioni del sanitario sulla compatibilità o meno tra le dichiarazioni e le risultanze dell'esame obiettivo. Vi è anche una colonna ove vanno annotate le determinazioni del direttore dell'istituto (in pratica la trasformazione di questo registro da modello aperto a modello contenente specifiche voci e, in particolare, l'introduzione tra queste ultime di quelle concernenti le dichiarazioni dell'interessato e le valutazioni del sanitario, serve a richiamare l'attenzione di questi sull'obbligo di annotare sul registro, in presenza di lesioni, tutti quegli elementi utili per l'accertamento dei fatti da parte dell'autorità giudiziaria);

 

- se i Ministri interrogati sono stati informati di quanto esposto in premessa e quali provvedimenti intendano adottare per verificarne la fondatezza;

- se, con riferimento al momento dell’ingresso in carcere delle persone accusate dello stupro di Guidonia, sono state scrupolosamente osservate dai sanitari le disposizioni relative alle corrette modalità di compilazione del registro 99, così come prescritto dalla circolare emanata dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria in data 16 maggio 2000;

- se le annotazioni apposte nel registro modello 99, corredate da tutte le altre osservazioni utili, sono state inviate all'autorità giudiziaria per quanto di competenza;

- se le registrazioni delle telecamere, che riprendono per 24 ore quanto avviene nei corridoi dei vari bracci, sono state inviate all'autorità giudiziaria per quanto di competenza, in particolare, per quel che riguarda le riprese nel braccio G12, quelle relative al periodo di quanto riportato in premessa;

- se i detenuti romeni in questione, nel momento del loro ingresso in istituto e nel corso della esecuzione della misura cautelare, hanno potuto usufruire di un adeguato presidio psicologico e se il contenuto dei relativi colloqui è stato inviato all’autorità giudiziaria per quanto di competenza;

- quali provvedimenti i Ministri interrogati intendono adottare, negli ambiti di rispettiva competenza, nel caso in cui i fatti indicati in premessa dovessero rivelarsi fondati;

- quali iniziative il Ministro della Giustizia intenda intraprendere per evitare che i maltrattamenti e le violenze, le umiliazioni e i soprusi continuino ad essere una delle componenti fisiologiche della vita carceraria, ciò anche sulla base delle preoccupazioni espresse dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura in occasione delle visite dallo stesso effettuate nel corso degli ultimi quindici anni nei nostri istituti di pena.

 

 

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Numero dei detenuti presenti su 43084

61.481 detenuti
il 7/2/2014


Osservatorio sulla contenzione
a cura di Grazia Serra

  
   

   
    a cura di Francesco Gentiloni

" Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri"
Voltaire

 


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