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Detenzione e TV
Marga Esposito
Finalmente il mondo della detenzione è stato toccato dalla TV, sia dalla Rai che da Mediaset , attraverso due fiction, persino distribuite in prima serata a grande clamore di audiens .
Rai1 ha presentato, dal martedì 22 febbraio 2011, una serie di 6 puntate, diretta da Vittorio Sindoni, dal titolo “Cugino § Cugino”: commedia dai toni frizzanti e dalle vaghe citazioni da “La strana coppia”; protagonista Giulio Scarpati nelle vesti di Filippo, un educatore carcerario con tutte le caratteristiche più “missionarie” e filantropiche della categoria; co-protagonista è Nino Frassica nei panni del cugino Carmelo trasferitosi a Roma dal paese natio.
Ci interessa la scelta di collaborazione con il DAP presso la casa di reclusione Rebibbia; i molti interni quindi sono tutti reali, inoltre hanno collaborato dei veri cittadini detenuti.
Nell’ambito, spiccano i personaggi del direttore, del magistrato di sorveglianza e dello psicologo, dai tratti stereotipati e quasi caratteriali (con funzione di espedienti drammaturgici) mirati a mostrare le difficoltà talvolta create o poste dalle figure istituzionali. Altri messaggi: le difficoltà razziali in Italia e nell’affetto necessario per crescere ed educare un figlio non ha importanza il sesso.
Canale5, invece, ha presentato una miniserie concentrata in 2 puntate distribuite in due serate consecutive nei primi di marzo. Diretta da Stefano Reali, vede come protagonista Raul Bova che ne costituisce anche il co-produttore insieme a Chiara Giordano (la moglie) esordendo con la società “Sanmarco”.
Il protagonista (Bova) è un ex-nuotatore professionista che viene chiamato a Palermo dal suo caro amico Luca (Ricky Menphis) divenuto prete. Questi gli chiede, con un grandi speranze, aiuto per un progetto riabilitativo dei suoi ragazzi detenuti nella comune del carcere minorile locale, il cui magistrato di sorveglianza è interpretato da Barbara Bobulova. I ragazzi e i loro genitori sono invischiati con gli interessi della mafia locale, potente risucchio delle future energie minorili da impiegare nel proprio impero, che tutto invade, non lasciando spazi gestibili al punto di spingere l’intera comunità presso l’isola –si presume- di Filicudi; tutto a rischio e pericolo, sotto responsabilità del Mister, del prete e soprattutto del magistrato di sorveglianza, personaggio idealizzato e abbastanza diverso da una tipologia reale; come in verità, tutto il registro su cui si dipana il soggetto, dramma romantico a lieto fine, in cui si toccano le corde più sensibili anche se dagli accordi inflazionati.
Ancora però non troviamo prodotti che focalizzino il tema sulla Detenzione, bensì lo “utilizzano” come contesto o tessuto connettivo su cui si intessono le storie. Comunque entrambe le fiction aprono un’ampia finestra sul mondo del carcere ed esprimono a riguardo un messaggio forte: il recupero, la riabilitazione, sono l’unica speranza reale per una via d’uscita oltre a (come noi sappiamo) tragitti indicati dalla Costituzione. Infatti entrambi i protagonisti, per i principi che li connotano, per questi ideali,“ce la mettono tutta”, procedono convinti rischiando del loro, raggiungendo -visto il genere delle serie- il “lieto fine”.
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Numero dei detenuti presenti su 43084

61.481 detenuti
il 7/2/2014


Osservatorio sulla contenzione
a cura di Grazia Serra

  
   

   
    a cura di Francesco Gentiloni

" Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri"
Voltaire

 


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