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Palla al piede
E’ una questione di rispetto

I derby di fine settimana rassicurano i tifosi dell’Inter, che magari potevano lontanamente pensare di perdere interesse al campionato, ed i tifosi della Roma che si avvicinano ad undici punti dalla vetta della classifica: questa è la versione dei nostri lavoranti del magazzino, tutti giallorossi. 
Non ho finora avuto il coraggio di telefonare al mio vecchio segretario, inteso capitan Max, laziale strutturale, antiromanista per genoma, perché, come al solito, sono sicuro che l’ha presa malissimo. C’è sempre, alla fine del derby Roma-Lazio, una parola o un gesto di Totti che fa incazzare i laziali; stavolta è stato il pollice verso. Beh, c’è di peggio.
Per esempio le bombe-carta, prima e durante la partita con il  piccolo dettaglio che venivano lanciate verso la curva laziale. Ho l’impressione che il botto era del tipo cannoni di Navarone, almeno a giudicare dall’audio tv, figuriamoci in mezzo al campo.
E’ così che mi è ritornato in mente il dibattito a cui avevo partecipato qualche settimana su “violenza e sicurezza” in un liceo romano, insieme ad un capo degli ultras romanisti: non pretendo di aver capito, non pretendo di dire solo io le cose giuste in materia. Il problema è che il modo di ragionare degli ultras può essere rappresentato come una linea continua, in avanti, senza nessuno sguardo ai lati del mondo, davanti c’è solo la “curva”, però dentro la linea vi è, non solo, ma anche violenza, vittimismo, menefreghismo e altro ancora.
Chiedo al capo degli ultras: “Se vengo in curva sud con la sciarpa neroazzurra mi fate entrare?” “No. Ma è una questione di rispetto.” “Per me?” “No per la curva.” Al prossimo dibattito.
Il mio pizzaiolo preferito mi ha detto che Gigi Maifredi ha dichiarato che Mourinho è l’allenatore più scarso della serie A; probabilmente il Maifredi vuole che Mourinho lo sappia e che gli dedichi in questi giorni qualche suo bel pensiero in conferenza stampa. Sicuramente lo Specialone non mancherà.
Parliamo del sorteggio dei campionati mondiali: altro che culo di Sacchi, di genegnocchiana memoria. Qui ci troviamo davanti tre squadre che anche il Rebibbia calcio, che milita in prima categoria, potrebbe affrontare con qualche pretesa.
E’ chiaro che nel giro di due giorni il Paraguay è diventato la Polonia del ’74, l’Olanda del ’78 o la Croazia del 2002, mentre la Slovacchia schiera il terribile Hamsik, che è un po’ il loro Cassano ( Manconi ti è piaciuto il fine riferimento polemico?); sulla Nuova Zelanda non so cosa potremo inventarci, pur tenendo presente che si è qualificata battendo 1-0 le terribili Isole Tonga.
Concludendo: e se, via Gradoli a parte, il vero “Chiappe d’oro” fosse Marcello Lippi. Sempre con affetto, mister.
 
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