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A Bologna l’Inter continua a vincere, ed anche a Bologna piovono polemiche sul testa-mano di Adriano. Manco a farlo apposta gli hanno fischiato un “mani” per tre volte durante la partita, ma la vera notizia è che è stato squalificato perché dopo l’incontro è stato sorpreso a mangiare il pollo con le mani.
La Juventus doveva reagire all’approccio interista, mantenere nove punti di distacco e non farsi condizionare dall’impegno di coppa.
C’è riuscita con una partita da cui il Palermo poteva ricavare di più, ma quest’anno difficilmente riesce a far male alle grandi, anche in casa.
E’ interessante l’evoluzione di Genoa e Fiorentina, che insieme alla Roma confermano le credenziali per un quarto posto, che potrebbe anche essere un terzo o un secondo (la Juventus è a cinque punti dalla Fiorentina).
Autorevole la vittoria del Genoa a Napoli, quanto banalmente assurda la protesta degli ultras napoletani a fine partita.
La Fiorentina ha ormai creato un nuovo modello: la squadra last minute.
Va bene che le partite durano novanta minuti e qualcosa, ma sono ormai due domeniche che i fiorentini fanno inacidire il sangue dei tifosi avversari al 92’.
Come si fa a non dire una parola per Candido Cannavò? Fu il primo giornalista di quotidiano che iniziai a leggere da bambino: mi affascinò il suo ricordo del disastro di Superga, mi entusiasmò il suo racconto dei Mondiali ’70.
Dissentivo fortemente invece dalle sue cronache sull’Argentina dei Generali durante i Mondiali del ’78.
L’ho conosciuto in questi ultimi anni, dopo il suo libro sull’esperienza di volontario a S. Vittore.
In quel luogo non era entrato solo il giornalista sportivo e quello attento ai problemi sociali, ma anche la persona, avanti negli anni con una vita fortunata alle spalle che si interroga sul senso della pena, sul dolore, sulla sensibilità e sulla emarginazione che oggi il carcere esprime.
Anche solo per questo merita il nostro rispetto, signor Candido Cannavò.
di Carmelo Cantone, direttore di Rebibbia Nuovo Complesso |