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Giustizia: le colpe del Governo sull'inciviltà delle nostre carceri
di Luigi Manconi
Secondo Silvio Berlusconi e Angelino Alfano sono in arrivo, nel giro di due o tre anni, circa 20.000 - che ogni tanto diventano 25.000 - nuovi posti nel sistema penitenziario. Ovvero, il governo starebbe per varare un programma straordinario di edilizia carceraria. Il tutto, dalle prime notizie, dovrebbe costare circa un miliardo e mezzo; e pare che la copertura finanziaria, ad oggi, soddisfi solo un terzo del fabbisogno.

Con un po’ di algebra, diciamo subito che semmai il governo riuscisse nell’impresa non farebbe che riportare la situazione del sistema penale a condizioni di gravissimo disagio, rispetto alle attuali che, causa sovraffollamento, sono invece di assoluta ed estrema invivibilità. Tuttavia, il premier e il ministro della giustizia non appaiono così sicuri dei loro intenti e dei loro mezzi.

Alfano (oltre a meditare l’apertura di strutture private!) è andato a batter cassa in sede comunitaria, sostenendo come l’Europa debba aiutare l’Italia a edificare nuove carceri in virtù dell’alto tasso di presenza di detenuti comunitari ed extracomunitari; e il commissario Ue alla giustizia, Jacques Barrot, gli avrebbe risposto picche, in quanto quella richiesta sarebbe una misura di sostegno non prevista da alcun trattato.

Il ministro dimentica che il Consiglio di Europa ha già indicato la propria strategia per il problema del sovraffollamento: non misure di incremento dell’edilizia penitenziaria, ma la depenalizzazione dei reati meno gravi e il maggiore ricorso a misure alternative alla detenzione. Come ricorda l’associazione Antigone, l’alta presenza di immigrati nei nostri istituti di pena è determinata, per lo più, dal fatto che l’Italia, contravvenendo ai suggerimenti della stessa Ue, criminalizza lo status di immigrato a differenza della maggioranza degli altri paesi.

In più, ci ricorda ancora Antigone, "l’Italia ha il primato delle presenze di detenuti stranieri in attesa di giudizio (…); ciò significa che nei confronti degli stranieri in Italia esiste una discriminazione processuale e un uso esagerato della carcerazione preventiva". Ma Alfano queste cose non le sa o finge di non saperle; e mentre va fantasticando le nuove mirabili carceri modello new town abruzzese ribadisce il suo credo nella tolleranza zero.

Basterebbe adeguare la legislazione italiana a quella europea in materia di immigrazione, invece di avanzare richieste pretestuose all’Unione per riparare i danni che lo stesso governo ha prodotto; e magari attuare ragionevoli, ragionevolissime misure di depenalizzazione (ad esempio, nei confronti del consumo di droghe) e di colpo si ridurrebbe il sovraffollamento. Ma vaglielo a spiegare.

L’Unità, 19 ottobre 2009
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